A Bordeaux si continua a estirpare vigneti: ma è crisi o riposizionamento?

A Bordeaux si continuano a estirpare i vigneti, con una seconda campagna forte di una crescita del finanziamento statale da 30 a 38 milioni di euro.

A Bordeaux si continua a estirpare vigneti: ma è crisi o riposizionamento?

A Bordeaux tira aria di crisi, e questa non è certo una novità. Ve ne parlammo per la prima volta su di queste pagine nel febbraio del 2023, ma i primi segni in rosso affondano in realtà radici ancora più profonde – fino a una crisi dei consumi che, per portata ed espansione, potrebbe tranquillamente essere definita con il bollino di “rivoluzione”. Che succede, dunque?

Vediamo di fare un poco di ordine: nel febbraio del 2023, dicevamo, i produttori locali hanno preso a rivolgersi alle autorità governative chiedendo risarcimenti più che importanti per vendere le (altrettanto importanti) scorte rimaste invendute, sostenendo che senza di essi il settore rischierebbe il collasso.

Fast forward fino ad aprile: alla richiesta di cui sopra viene aggiunta l’opzione di estirpare 9500 ettari di vigneti. L’operazione, ancora una volta presentata come necessaria a mitigare le acque mosse della crisi dei consumi (i dati, all’epoca, parlavano di un -32% in dieci anni per quanto concerne il rosso) e l’imperversare della flavescenza dorata, sarebbe costata 57 milioni di euro.

La nuova campagna di estirpazione

vino

Arriviamo dunque fino ai giorni nostri, quando il sito specializzato Vitisphere racconta che sempre a Bordeaux sta prendendo corpo una seconda campagna di estirpazione dei vigneti, a fare così da seguito a quella raccontata nelle righe precedenti (che a sua volta viene leggermente ricalibrata, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche e gli aspetti più, per così dire, di stampo logistico).

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Tale seconda campagna seguirà l’obiettivo di convertire la terra “guadagnata” in superficie boschiva o incolta nell’arco di un periodo di tempo lungo venti anni, con un “premio” di seimila euro all’ettaro e l’introduzione di un decreto che aggiorna la “modalità di assegnazione e di attuazione del meccanismo di stabilizzazione di bilancio per gli aiuti all’estirpazione sanitaria preventiva nel dipartimento della Gironda”.

Le operazioni saranno da considerarsi concluse “al più tardi entro il 30 giugno 2025”, vedranno un passaggio dei finanziamento statale da 30 a 38 milioni di euro e come abbiamo visto sono ufficialmente state sistemate sotto l’egidia dei “motivi sanitari”. Sarebbe però riduttivo limitare quanto sta accadendo a Bordeaux a una misura di stampo prettamente sanitario: l’impressione è che si tratti di un più ambizioso tentativo di calibrare il proprio assetto per meglio intercettare le sempre più marcate tendenze del mondo del vino, soprattutto dall’altra parte delle Alpi.

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In Francia “vino” è una parola che scotta, insomma – tanto perché parlarne, un po’ come capita da noi, significa toccare i tasti della ragion di stato, e un po’ perché le contrazioni dei consumi cui abbiamo accennato nelle righe precedenti trovano forte risonanza anche negli ultimi anni. Si beve meno vino, in altre parole, anche e soprattutto nei giovani: che bisogno c’è di avere tutti questi vigneti, dunque? Meglio estirpare, ridimensionare, ricalibrare – produzione e posizione nel mercato, perché no. Ed è meglio farlo finché il rubinetto è aperto.