Mario Pezzotti, commissario straordinario del Crea, ha annunciato un piano da 7 milioni di euro per la valorizzazione del Centro Nazareno Strampelli, lo scienziato del grano a cui è intitolata la stazione sperimentale di granicoltura di Rieti. Proprio qui, infatti, Strampelli, usando strumenti genetici rivoluzionari per l’epoca, riuscì a ottenere varietà di frumento in grado di produrre cibo che fosse sostenibile per tutti.
Come verrà rinnovato il Centro Nazareno Strampelli?
Grazie al sostengo del Crea (e ovviamente grazie anche al sostegno del Ministero dell’Agricoltura e della Regione), il Centro verrà rinnovato in modo da poter organizzare progetti, corsi e mostre. A stanziare i fondi necessari è stata la Cabina di Coordinamento del Sisma che ha deciso di provare a recuperare lo storico immobile di Rieti.
Con questi fondi, verrà avviato un piano di rilancio culturale e scientifico di tutto il territorio, piano che si concentrerà, però, soprattutto sull’ex Stazione. Qui verranno ospitati i corsi del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia. Ma non solo: verranno messi in mostra anche gli oggetti personali e i cimeli storici di Strampelli, collezione finora di cui si era presa cura il Crea.
Il Crea, infatti, è riuscito a catalogare tutto il numeroso materiale genetico presente nella stazione di granicoltura di Rieti. Si parla di qualcosa come 865 pannelli di spighe e quasi 4mila ampolle di semi. Una piccolissima parte di questa collezione, più precisamente 151 pannelli e 600 ampolle, al momento è in esposizione al Masaf.
Una volta catalogati, i materiali genetici sono stati disposti in ordine cronologico di incrocio e selezione delle varietà. Le ampolle contengono semi che Strampelli aveva raccolto da ogni parte del mondo e che poi aveva usato come base per il suo programma di miglioramento genetico. I pannelli di spighe, invece, sono una testimonianza del lavoro di selezione iniziato con i primi incroci e terminato con le “varietà della vittoria”, l’Ardito, la Mentana, il Damiano e il Villa Glori.
Grazie alle moderne tecniche di analisi genetica e molecolare, è stato possibile capire come funzionino i geni coinvolti nell’espressione dei caratteri di interesse per questi grani. Il che è importantissimo per cercare di produrre nuove varietà, magari ripartendo proprio dai risultati ottenuti da Strampelli, nell’ottica di creare delle varietà maggiormente produttiva (visto che negli ultimi anni il livello di produttività in tale ottica sembra aver raggiunto una posizione di stallo) e che siano capaci di adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici.