Un incendio in un bar di Torino rievoca una vecchia tragedia degli anni Settanta, quella dell’Angelo Azzurro. Lì, il 1 ottobre del 1977, un gruppo di studenti appartenenti a movimenti dell’estrema sinistra presero di mira il locale – considerato un luogo di frequentazione di ragazzi dell’estrema destra – lanciando bombe molotov all’interno.
Un attacco che costò a vita a Roberto Crescenzio, un giovane studente di 22 anni che rimase intrappolato all’interno del bar-discoteca, senza riuscire a fuggire dall’incendio.
Quell’episodio torna oggi alla mente dei Torinesi a causa di una coincidenza. Quello stesso locale in via Po, nel centro della città, è stato colpito da un incendio. Nulla di grave, per fortuna: un piccolo rogo scoppiato in un locale adibito a magazzino nel piano interrato (in cui è in corso una ristrutturazione), domato in poco tempo dai vigili del fuoco. Un po’ di paura per i residenti del palazzo, ma per fortuna nessun ferito o intossicato.
Oggi il locale non si chiama più Angelo Azzurro, ma Xò Café. Insomma: tutto è cambiato rispetto agli anni Settanta, eppure tutti oggi in città hanno ricordato quel tragico evento, richiamando alla mente le immagini dell’allora sindaco di Torino Diego Novelli che vegliava il capezzale di Roberto Crescenzio, morto dopo due giorni di agonia in ospedale.