Il sale di ogni storia degna di questo nome è il conflitto. Si tratta di una regola più o meno universale, spesso e volentieri addirittura intuibile: che barba sarebbe un libro, un film o un programma dove tutti i personaggi sono d’accordo l’uno con l’altro? Lo sa bene Aldo Grasso de Il Corriere della Sera, che nel parlare di 4 Hotel con Bruno Barbieri identifica nella “dinamica fra i quattro albergatori che devono fingere fair play” l’aspetto più interessante della trasmissione. Altro, invece, convince meno.
Diciamoci la verità: è difficile, anche e soprattutto per quanto accennato in apertura di articolo, dargli torto. C’è chi si muove con malcelata aria di superiorità, chi fa della pignoleria più pruriginosa uno stile di vita, chi ancora sceglie di “giocare sporco” assegnando voti teatralmente bassi per tirare acqua al proprio mulino; ed è ciò che dà carattere al programma. Ma c’è anche da dire, come sottolinea giustamente Grasso, che c’è una dinamica forse più invadente che finisce per travolgere tutto questo con la propria luce.
L’ego di Bruno Barbieri
Scrive Grasso: “Ormai 4 Hotel sta diventando la trasmissione in cui Bruno Barbieri si esibisce da primo attore: come indossatore, come grande esperto di hôtellerie (ma non era un cuoco?), come cultore dei servizi esterni“.
Di nuovo: difficile, ma stavolta possibile, dargli torto. La spocchia un po’ posticcia che Barbieri esibisce quando veste i panni del – è proprio il caso di dirlo – protagonista di 4 Hotel è a suo modo un personaggio del programma. La sentenza del collega, in ogni caso, giunge quasi lapidaria: “Il suo io (di Barbieri, ndr) è così debordante che oscura hotel e concorrenti, Riviera del Brenta e Sardegna, chiunque incontri nelle sue esplorazioni”. Vero. Ma c’è un ma.
4 Hotel è lo show di Barbieri molto più di quanto 4 Ristoranti sia quello di Borghese, e questo è ovvio; ma c’è anche da dire che la causticità (protagonismo? Teatralità? Scegliete la vostra parola preferita, poco cambia) di Barbieri è una parte considerevole di quanto rende il programma effettivamente interessante. E il programma, è chiaro, deve in primis essere intrattenimento. C’è un altro punto, sollevato da Grasso, che piuttosto merita più attenzione.
La fissazione con il topper è uno degli aspetti più caratteristici di 4 Hotel. “Alla fine si scopre che Bruno Barbieri firma una linea di topper” scrive Grasso. “Non è un aspetto imbarazzante per la trasmissione e per la credibilità di 4 Hotel?”.