Il 19 giugno 2012 alle 09:40 gumbo chicken commenta:
Imprenditori come Farinetti e Briatore sono bravi se quello che fanno funziona, non danneggia niente e nessuno, i dipendenti sono trattati correttamente, non evadono le tasse e non fanno sparire i soldi all’estero. Poi ognuno ha i suoi obiettivi, le sue motivazioni, i suoi ideali più o meno elevati che noi possiamo condividere oppure no – ma per me è un’altra questione, un altro piano.
E così vuoi fare lo chef: piccola guida alla carriera in cucina.
Il 19 giugno 2012 alle 11:41 Elvis commenta:
Il figlio che corre dalla mamma e dice “voglio diventare cuoco”, temo che intenda “voglio diventare un cuoco di successo”. O ancor peggio, cuoco televisivo, perché li vedono, i Vissani con le scarpe rosse, il tenebroso Cracco, i simpaticoni emergenti dalla Clerici. Lo porti in un anonimo dignitosissimo ristorante, gli fai fare mezza giornata con lo chef. Vedi che le idee cambiano. Parliamo di cuochi velinizzati, o di chef veri?
Il 19 giugno 2012 alle 13:21 aldelor commenta:
Mi consento di dare un consiglio agli aspiranti chef, tre parole d’oro su cui basare i primi passi in questo mondo. RISPETTO: rispetto verso tutte le posizioni indipendentemente dall’età. PULIZIA: finito un lavoro se ne inizia un altro, non lasciare lavori a metà, non sporcare il piano di lavoro eccessivamente. ORDINE: mi riferisco a quello mentale, massimizzare il tempo, saper reagire.
Ricette proibite: un libro da leggere o un trattato di criminologia?
Il 20 giugno 2012 alle 08:43 Paolo commenta:
Rabbrividisco all’idea che ancora oggi dobbiamo leggere notizie su piccoli Go@bb@ls in sedicesimi, caricature di Torquemada del XXI secolo, che pretendono di mettere all’indice o al rogo i libri, e magari pure gli autori e le idee degli autori medesimi. Sì: oggi i libri, domani i blog con il diritto di rettifica, dopodomani chiudiamo i server perchè attentano alle virtù teologali e alla sicurezza dello stato.
Il 20 giugno 2012 alle 18:48 mogliedaunavita commenta:
Mi domando dove trovate il tempo per mangiare! Io bevo 2 litri di acqua e 8 tazze di the verde, devo fare 10mila passi, mezz’ora di stretching, doccia calda e fredda, lavare i capelli con l’uovo e sciacquarli con l’aceto, ridere 10 minuti, socializzare 10 minuti, fare sesso che fa bene alla prostata del marito, parole crociate per mantenere attiva la mente e finalmente posso chiedermi cosa ho dimenticato di quello che tutti consigliano di fare.
#Ombrellone: tipi da spiaggia mangiano al mare.
Il 21 giugno 2012 alle 14:55 Rosi commenta:
Ho visto madri friggere cotolettine e melanzane e riflettere se fosse il caso di fare pure un pochino di pasta. Le ho viste sbucciare percoche, inserirle a pezzi in un Giostyle e riempirlo di vino rosso ghiacciato di nonno. Ora le vedo che mangiano un gelato, al baretto nuovo, in relax e senza figli e parentado, ma la cosa che strappa sempre loro un sorriso è quando sentono “se ci fosse uno dei tuoi panini con la parmigiana, altro che cornetto!” (ciao mamma).
Spesa sostenibile vs. spesa del supermercato?
Il 18 giugno 2012 alle 12:02 gianluca commenta:
Si può fare spesa consapevole anche al supermercato comprando prodotti freschi e di stagione. Non è che andare al supermercato significa per forza comprare solo merendine e piatti pronti, e le pere dal Perù ci sono anche dal fruttivendolo. Inoltre “frutta e verdura del supermercato” significa tutto e niente.
Il 18 giugno 2012 alle 09:46 dink commenta:
Al supermercato il minor costo dei prodotti non vuol dire che il conto della spesa sia minore: tra “offerte speciali” che ti costringono a comprare più del necessario, frutta acerba e verdura insapore che dopo due giorni butti via perché ammuffita e pesci insapori devo ancora capire dove sia la convenienza. Il vero risparmio lo ottieni sprecando il meno possibile e badando alla sostanza e alla qualità, non alla pubblicità, alle offerte, alle confezioni luccicanti e agli slogan d’effetto.
Il 22 giugno 2012 alle 10:55 Me Medesimo commenta:
Gli appassionati che vanno alla ricerca di prodotti di ultranicchia continueranno a farlo. Per tutti gli altri, anche quelli che passeranno lì solo una volta per curiosità, sarà l’occasione per scoprire che oltre la pasta Barilla esiste quella di Benedetto Cavalieri , accorgendosi pure della differenza. Mi fanno ridere quelli che dicono “è solo un imprenditore”. Certo che lo è, infatti, guarda caso, ha avviato un’impresa, e, scandalo degli scandali, vorrebbe pure non andare in perdita e farci degli utili. Azzo, un vero farabutto!
Una foodblogger non è mai solo una foodblogger. “Fornelli in rete” lo sa.
Il 22 giugno 2012 alle 20:00 mafi commenta:
Seguo diversi foodblog e quello che mi piace è lo spirito di condivisione, la semplicità, il mettersi alla prova, la voglia di trasmettere l’entusiasmo e la cura che hanno accompagnato la preparazione di un certo piatto, ‘la storia’ che c’è dietro. Queste signore sanno cucinare, alcune sono davvero bravissime, sanno scrivere e fanno foto da manuale. Quindi egoisticamente mi auguro che non le salvi “un vero lavoro”