STORIA nr. 1 – Jiro Ono ha 85 anni ed è considerato da molti il più grande sushi-chef del mondo. Il suo ristorante a Tokyo si chiama Sukiyabashi Jiro, ha solo 10 coperti e nonostante le umili apparenze è il primo ristorante di questo genere ad ottenere le 3 stelle Michelin.
Da tutto il mondo, gli amanti del sushi pellegrinano là per mangiare il sushi di Jiro Ono che, ancora oggi, lotta per la perfezione di ogni singolo pezzo, lavorando dall’alba al tramonto per ottenere presentazioni impeccabili e raffinate creazioni.
Il fatto è che Jiro Ono non ha mai smesso di migliorare. Ma la sua non è solo grande tecnica culinaria: il sushi non è solo mettere il pesce sul riso, dice. Per lui, il sushi è una forma d’arte. Jiro Ono – che dopo settant’anni passati a cucinare (e una vaga somiglianza a ET) non vuole ancora smettere – è l’incarnazione vivente di una tradizione culinaria che pensa il cibo come etica del lavoro, filosofia di vita e ricerca di perfezione.
STORIA nr. 2 – Nel 2000 Corrado Formigli firmava il reportage Non c’è Sushi per Tutti (diventato un vero e proprio cult), che raccontava per la prima volta in maniera così dettagliata a noi tele-italiani cosa accadeva al mercato del pesce di Tokyo e in particolare ci chiariva i tasselli della filiera del tonno, dalla sua uccisione e fino al consumo nei ristoranti di sushi.
All’epoca, per noi, il sushi era qualcosa di esotico, elitario, che mangiavamo di rado. “Buono, ma basta” ci dicevamo. Nel 2000 a Bologna c’era solo il Sushi Caffè, se non ricordo male. Questo prima di ritrovarcelo, il sushi, in monoporzioni al banco del supermercato, nel take away sotto casa, o nelle catene in franchising.
Una rapida ascesa, quella del sushi, da cibo d’élite a fast-food diffuso universalmente, ma anche un abuso, con l’ombra delle conseguenze per la salvaguardia dell’ecosistema marino. Ma soprattutto annichilendo quell’arte evocativa del sushi master, enigmatico quanto un samurai.
STORIA nr. 3 – A dieci anni di distanza dal reportage di Formigli, l’argomento sembra ancora attuale più che mai, al punto che in occasione del Biografilm Festival di Bologna, la rassegna cinematografica dedicata alle storie di uomini e donne, il sushi è protagonista di due pellicole: Jiro Dreams of Sushi (la storia di Jiro Ono) e Sushi The Global Catch (il sushi tra globalizzazione e salvaguardia marina).
Il sushi è un argomento pieno di contraddizioni e a noi che non siamo dentro la sua culla culturale forse sfuggono le sfumature ma, mi chiedo: prima di trovare il sushi anche alle feste per bambini o nelle mense aziendali, prima che le catene di fast-sushi (quelle, per capirci, che usano il philadelphia) diventino i nuovi McDonald’s, si può fare qualcosa oppure no?
[Crediti | Immagine d’apertura: Luxirare]