Harry ti presento Sally mi si è incastrato nel cervello molto tempo prima che potessi rendermi conto di quanto fosse esilarante e rivelatorio. Molto prima anche di saperne attribuire la maternità alla persona che ha creato gli elementi costitutivi della mia coscienza cinematografica sulle commedie romantiche e mi ha regalato i più bei lietofine della storia: Nora Ephron, la sceneggiatrice, scrittrice e regista più amata dalle donne.
Se l’orgasmo finto mangiando un sandwich di Sally davanti all’incredulo Harry ha spiegato, meglio di migliaia di trattati di psicologia, il rapporto uomo-donna; se ordinare “a parte” ha caratterizzato meglio di qualunque altra cosa il personaggio di Sally e la frase “sei una donna ad alto mantenimento ma convinta del contrario, la peggior specie” ha spento per sempre ogni possibilità di giustificazione per noi che nell’alto mantenimento ci sguazziamo; se abbiamo scoperto il lato più adorabile della grande cuoca americana Julia Child e sdoganato il potere del foodblogging… lo dobbiamo a Nora Ephron.
Tom Hanks in C’è Posta per Te (altro milestone della mia educazione sentimentale e forse ultimo film di Meg Ryan prima che si deturpasse il volto con il botox), sosteneva che il Padrino è la summa di ogni la saggezza. Bè, per me, è Nora Ephron la summa di tutta la saggezza.
Nei suoi film e nei suoi libri ci sono tutte le informazioni che servono sull’amarsi, sul lasciarsi e anche su cosa mangiare.
L’argomento cibo è sempre presente nelle opere della Ephron (foodie prima ancora che fosse coniato il termine): nel libro Crazy Salad (purtroppo mai tradotto in Italia), nel film Affari di Cuore, in Harry ti presento Sally, C’è Posta per Te, e uber alles nel film Julie & Julia, dedicato alla maestosa Julia Child. In ogni sua opera la Ephron ci ha piacevolmente intrattenuti con ristoranti, cucina, libri di ricette, battute esilaranti, stranezze e manie.
Rachel, l’eroina di Affari di Cuore racconta, con la celeberrima gag del burro, le manie di un uomo viziato: “Sapete cos’è un principe ebreo, vero? Se non lo sapete, vi insegno un modo semplicissimo per riconoscerlo. Basta una sola domanda. “Dov’è il burro?” Bene, sappiamo tutti dove si trova il burro, non è vero? Il burro è nel frigorifero, nell’apposito scomparto, all’interno della porta, su cui c’è scritto “burro”. Il principe ebreo, quando chiede dov’è il burro, in realtà intende dire: “Portami il burro”, ma siccome è troppo furbo per scoprirsi fino a questo punto, aggira l’ostacolo chiedendo: “Dov’è… ”.
E che dire dell’incontro tra i due protagonisti al Lalo Cafè di New York in “C’è Posta per Te”?
La Ephron è stata tra i primi sceneggiatori a dimostrarci che è possibile, in una commedia romantica, gustare il cibo, prenderlo seriamente e scherzare su di esso allo stesso tempo. Ha disseminato il cibo in ogni trama, arricchendo ogni personaggio. Del resto il cibo riesce a tratteggiare un carattere, meglio di molte altre cose. Fateci caso: il modo di mangiare, quello di ordinare, cosa cucinare, il piatto preferito o che tipo di caffè bere, dicono di noi più quanto si possa immaginare.
Nora Ephron era anche: tre mariti, una carriera brillante e una arcinota passione per la cucina. La dimostrazione che si può avere tutto? Forse si, basta accettare di poter sbagliare, affrontare inevitabili complicazioni, convivere con un po’ di caos e non avere paura. Come fanno le protagoniste delle sue storie: imperfette, nevrotiche ma sufficientemente vere.
Io propongo di interrompere per un attimo quello che state facendo (fingere di lavorare, fingere di ricercare cose importanti su internet o commentare la partita di ieri) e guardare lo spezzone di “Harry ti Presento Sally” che vi piace di più, o di un altro dei film sceneggiati dalla Ephron. Io sceglierò quello in cui Harry e Sally portano a cena i loro amici per presentarseli vicendevolmente e finisce che gli amici (Carrie Fisher e Bruno Kirby) si fidanzano tra loro. Ma poi so già che me lo gusterò tutto, magari insieme a una vasca di gelato.
Perché devo proprio dirlo, Nora Ephron, scomparsa martedì all’età di 71 anni, ci manca già (cit).