Al microbirrificio dei disabili fermato dal terremoto serve una mano

Al microbirrificio dei disabili fermato dal terremoto serve una mano

Una cascina conciata piuttosto male dopo il terremoto racconta una piccola storia emiliana di questi giorni. Si trova nella zona industriale di Crevalcore dove nel 2007 il veterinario Michele e sua moglie Roberta, biologa, decidono di tornare al volontariato, il mondo dove si sono conosciuti, fondando la cooperativa sociale Fattoriabilita e Vecchia Orsa, un micro-birrificio artigianale che dà lavoro a una decina di ragazzi, disabili psichici.

Partito con un mini impianto da soli 80 litri, dopo le prime cotte, decisamente rivedibili, il birrificio decolla grazie anche a due giovani di San Giovanni in Persiceto che si fanno la birra in casa, e un tecnologo della Heineken in pensione, tutti invitati a dare una mano.

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Si arriva così alla produzione di quattro birre fisse (una blonde, una weisse, una saison e una belgian ale), due stagionali (una imperial stout e una blanche) e una american wheat (brassata esclusivamente per l’Harvest Pub, nel centro di Bologna). Sono 300 ettolitri all’anno per 55.000 bottiglie che continuano e essere etichettate da ragazzi con ritardi mentali e cognitivi. Il fatturato, che si aggira sui trecentomila euro, viene reinvestito in attività di sostegno ai disabili. Un progetto bellissimo che porta anche a un titolo, nel 2012 la loro Saison è Birra dell’anno.

Questa è la parte bella della storia.

Ma Roberto Poppi, birraio ed educatore professionale, uno dei fondatori della Vecchia Orsa, ci ha detto che il birrificio di Crevalcore non è stato risparmiato dal terremoto del 29 maggio. Il magazzino – che contiene tra le altre cose bottiglie, fusti vuoti e i mosti per lo starter della birra – è inagibile a causa dei danni subiti, ed è rischioso anche entrare nel laboratorio di produzione lì a fianco.

Una beffa, perché in estate il birrificio doveva spostarsi in un capannone a San Giovanni in Persiceto passando da un impianto di 200 litri a uno di 1000. Alla Vecchia Orsa non sanno se proseguire o fermare la produzione fino al trasferimento, facendo forse qualche cotta “itinerante” nei birrifici disposti a ospitarli. Per ora comunque, bisogna necessariamente imbottigliare i 1200 litri di birra bloccati del terremoto.

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Michele e Roberta sono preoccupati, e anche se hanno dentro un misto di pudore e orgoglio che impedisce di chiedere aiuto, stanno ricevendo solidarietà. Il PD di Crevalcore ha messo a disposizione un camion frigorifero, mentre il birrificio Torrechiara devolverà alla cooperativa il 5% del ricavato di Panil Days (ribattezzati “Una pinta di speranza”), appuntamento dello scorso weekend a Parma.

Chi se la sente può fare una donazione o comprare le birre della Vecchia Orsa scrivendo a info@fattoriabilita.it. Dettro tra noi, sono davvero buone.