Mi metto in proprio: 10 start up tra gola e tecnologia che inseguono un sogno

Mi metto in proprio: 10 start up tra gola e tecnologia che inseguono un sogno

Proposito numero uno per l’anno nuovo: dimenticarsi di Groupon. Oggi per conciliare gola e tecnologia ci sono metodi più à la page – e pure più nostrani. Visto che anche in tempi di crisi i ristoranti non smettono di essere pieni (cit.), anche il mondo delle imprese italiche di nuova generazione si fa foodie, e strizza l’occhio ai mangerecci irriducibili, ai fanatici del convivio, ma anche ai seguaci incalliti dei social, che con buona pace di Facebook vogliono socializzare pure a tavola, e si scervellano su come farlo senza tradire lo spirito dei tempi. Cioè: mettendoci di mezzo sempre e comunque lei, la rete.

Nota per i dissaporiani: che siate amanti delle trattorie d’altri tempi o – più o meno segretamente – propensi al cibo 2.0, trovate qui di seguito pane per i loro denti. Eccole, le startup del momento. Giudicate voi se fra cene low-cost e saperi contadini condivisi, fra ospitate in case altrui e cucinerie improvvisate, sembra di intravvedere un futuro migliore.

Eat2
Ridistribuire è la parola chiave. Eat Two (così il sito ci istruisce sulla pronunzia) è una startup milanese che riempie i tavoli non prenotati dei ristoranti, mandando un messaggio sullo smartphone degli iscritti a questo circuito di goloseria dell’ultima momento. Sul sito si crea un profilo, con tanto di desiderata, cioè indicando il genere che fa per noi. Il (piacevole) rischio da correre è: ti infili le pantofole preparandoti a gustare le spinacine davanti a Porta a Porta e zac, loro ti avvertono che quel certo ristorantino che ti ispira ha un tavolo libero per le 21, pronto per te.

Ploonge.
Una specie di speed dating a tavola. Ma anche l’occasione di fare bella figura mettendo a frutto le vostre doti di cuochi provetti. Ploonge lavora su due fronti: si può cercare un tavolo per mangiare in compagnia nella città dove si vive, oppure cercare una tavolata di affamati pronti a testare i nostri manicaretti. “Meet new people dining” è l’accattivante claim, e già il metodo fa faville a Milano, Berlino e Madrid.

New Gusto.
Food surfers di tutto il mondo unitevi, e registratevi a New Gusto per sapere da chi si cena stasera. Oppure proponete la vostra cucina e sala da pranzo per una condivisione, in perfetto stile social 2.0, di piatti, tradizioni, esperienze olfattive, incontri taumaturgici per papille stressate dalle solite minestre. Non travisare, prego.

Grow the planet.
Non una comunità di clienti, ma un ricettacolo di vecchi saperi contadini, lunari digitali, istruzioni su come coltivare fave e broccoli romani, su scala globale, gratuita e rigorosamente di libero scambio. Sembra psichedelia applicata all’orticoltura eppure funziona. E alla fine gli utenti si scambiano ortaggi VERI.

Sgnam.
Se mi viene voglia di sfilacci di cavallo con la rucola e le scaglie di pecorino come li ho mangiati solo da XXX, posso chiedere direttamente a XXX di portarmeli a casa. Il collegamento è fra l’app di Sgnam scaricabile sul telefono e il tablet che sta lì, incandescente di ordini e contrordini, sulla cassa del ristorante in questione. E c’è pure modo di avere degli sconti se segnalo su Facebook il perfetto grado di sapidità e la morbidezza dei miei anelati sfilacci.

WineAmore.
La lista dei vini si fa interattiva, multimediale, multilingua. Insomma un territorio tutto da sondare, personalizzato da ristoratori e arricchito da clienti prolissi e saputi. Così, invece di umiliarsi a chiedere al cameriere, anche i gigioni miscredenti potranno scegliere il vino giusto da abbinare alle pietanze, e descriverne all’accompagnatrice le proprietà organolettiche invece di sproloquiare sul tannino.

Save the mom.
Organizzare, comprare, riordinare, cucinare. Verbi materni per eccellenza, che Save the mom prova a far risultare meno apocalittici. Come? Con una bacheca intelligente per gestire i mille impegni dell’economia domestica e ottimizzare la lista della spesa, per esempio. Unico neo: la promessa di “essere aggiornati in tempo reale su tutte le attività che coinvolgono I membri della famiglia” suona quantomeno minacciosa.

Localitaly.
Il chilometro zero si sposa con l’etere con “Local Italy”, progetto made in Vicenza che coordina una rete di aziende di prodotti legati al territorio. Perché non è vero che il radicchio di Chioggia ha da esser rigorosamente acquistato dalle ruvide mani del coltivatore. Qui le eccellenze della terra si acquistano online e si ricevono a casa. È la geolocalizzazione, bellezza.

Gnammo.
Qui il rito del gusto assurge alle fantasie nerd di un gioco di ruolo: gli iscritti si dividono in «cuochi» e «gnammer». A casa d’altri però, ovvio, non vige la regola dello sbafo: la cena si paga, condivisione o no, e ognuno – sia commensale o fuochista – avrà la sua brava dose di grattacapi e altrettanta di goduria. Ora il trucco sta nel capire quale delle due posizioni sia la più vantaggiosa.

Cibando.
Recensioni, fotografie, video e dettagli su un ristorante. Più un blog sempre aggiornato su eventi e prodotti. I contenuti multimediali su Cibando sono capolavori quasi quanto le ricette che descrivono, i piatti che inquadrano. La versione autenticamente raffinata del Famoso Aggregatore di Recensioni, in una parola.