Si fa presto a dire buongiorno. Una non può fare esperienze hardcore come simulare San Valentino, e dire semplicemente… buongiorno! In realtà, ciò che dovrei dire dopo avermi chiesto di comprare uno stampo da torte a forma di cuore è: Dissapore non vediamoci per un po’, ho bisogno di una pausa di riflessione. Non cercarmi, al limite mi faccio sentire io. Ma poi, incapace di sorvolare sul fattore “lieto fine”, che quello tanto mi frega sempre, dico sì, e faccio la crostata a forme di cuore per una coppia che, forse, mangiandola sarà felice. E nel frattempo divento un’étoile di panza classica.
Mi sfastidio, mi distraggo, mi interrompo da quando so che hanno ristampato “Pane e roba dolce” delle sorelle Simili, due ex fornaie bolognesi, famose per una scuola di cucina entrata nel mito. Un classico paragonabile alla petite robe noir, e quando, dopo precipitosa fuga in libreria, lo stringo tra le mani eccomi finalmente ripagata: “la pasta frolla deve sapere di burro”. Mi attrezzo: mani fredde, burro freddo e farina, se poi avete la planetaria c’è anche il tempo di tampinare gli ex fidanzati sui social network.
Ricostruire la crostata ideale. Prima di tutto farina a basso contenuto proteico, con il succo di limone che, guarda un po’, crea l’ambiente acido, ma pure lo zucchero a velo per assorbire meglio i liquidi, lo dice Maestro Adriano e io di lui mi fido. Opto per una farina 0 tagliata con l’amido, imponendomi di lavorare l’impasto meno possibile. Affare ripieno: dopo lunghe riflessioni, lunghe quanto un video di Vine, scelgo di non scegliere, quindi marmellata autoprodotta di stagione (arance, che altro?) e cioccolato a caduta.
La bellezza del maschio-editore che alla fine ti cerca e non resiste: “facciamo la crostata a forma di cuore?”. Se proprio non volete investire in stampi da una volta l’anno, si può giocare a tetris con i pezzi della torta, come spiegato qui. In fondo, conta il pensiero.
La ricetta perfetta.
Crostata alla marmellata di arance: 250 gr farina 0 (oppure, 225 gr di farina 0 e 25 gr di amido), 100 gr di burro, 100 gr di zucchero (per farla più croccante), 5 gr succo di limone , un uovo intero, un pizzico di sale. Marmellata di arance, cioccolato fondente
Sistemo con fatica la planetaria sul tavolo sebbene pesi meno della mia borsa, verso nella ciotola la farina miscelata con l’amido e il burro freddo tagliato a pezzetti. Aggancio la frusta a foglia (fredda anche lei) e faccio andare a bassa velocità (vel.2) fino aquando il composto non risulta sabbioso. Ho provato a farlo a mano, è terapeutico ma vertiginosamente inzaccheroso. Da valutare.
Una volta sabbiata la farina, aggiungo lo zucchero, il succo di limone e il sale e faccio fare un giro alla frusta. A parte, rompo l’uovo e lo verso nella planetaria, che dopo pochi (pochissimi) giri mi restituisce un panetto abbastanza informe e profumato, lo lavoro su un piano di legno affinché sia più compatto, poi, avvolto nella pellicola trasparente, lo lascio in frigorifero almeno un’ora.
Nel frattempo trovo la marmellata e la apro. Ne assaggio un po’ per sicurezza. Magari un altro po’, e non è una frase fatta. Accendo il forno.
Trascorso il tempo necessario, prelevo il panetto dal frigorifero e lo ammorbidisco con il mattarello. Stendo la pasta a uno spessore di circa mezzo centimetro e lo trasferisco nella tortiera. Rifilo i bordi, verso abbondanti cucchiaiate di marmellata e sistemo anche qualche spicchio d’arancia leggermente caramellato in padella. Inforno a 180°C per circa 45 minuti e nel frattempo finisco il fondo del barattolo di marmellata. Stasera non avrò fame.
Una volta cotta, sforno la crostata e lascio cadere riccioli di cioccolata fondente direttamente sulla superficie calda del dolce. Direi che è pronta. Niente, neanche un bravo fidanzato ingrassa quanto La Ricetta Perfetta.
[Crediti |Link: Vallardi, Profumo di lievito, Dissapore, Torsolo di mela, Cakemania, immagini: Silvia Fratini]