Tra tendenze low profile, spending review, lo spread come chiodo fisso e l’ansia da scheduling della mia agenda (ancora una parola inglese e siete autorizzati a spararmi) penso e ripenso al cavolo. Anzi, alla versione capace di mandarmi in estasi, il cavolfiore: chic, ecofriendly e perfettamente pendant con un maglioncino risolutivo.
Il punto è che di cavolfiore al gratin i libri parlano pochino. Ma nel cercare frenetico in mezzo a quel delirio di carta e polvere che sarebbe la mia libreria recupero “La cucina veloce” di Grazia Balducci (Tecniche Nuove, 7,90 €) che consiglia, previa sbollentata, di cospargere il nostro ortaggio con salsa al latte aromatizzata al curry.
Per fortuna ci sono i foodblog. Pasticci, sformati, tortini e involti, e per ingredienti cibo vintage: un grandioso raduno di scheletri culinari anni ottanta. Prosciutto cotto, sottilette, tonno sott`olio. Sto per dire panna, ma ci pensa lei, la Parodi, e improvvisamente mi sento una Sibilla Cooman della cucina (cit. Harry Potter).
Per venirne a capo interpello il mio guru di riferimento, il professore in cucina vegetariana Pietro Leemann, chef del ristorante Joia di Milano. Il cavolfiore gratinato al forno è bello nella sua semplicità, per esaltarlo dobbiamo sì sbollentarlo (in acqua appena acidulata), ma per pochi minuti, poi raffreddarlo subito. Buone idee sono poco peperoncino e una spolverata di pepe, oltre a una velocissima ripassata in padella. Appunto. Organizzo. Eseguo.
La ricetta perfetta.
Ingredienti: Cavolfiore 1,5 kg, uno spicchio d’aglio, peperoncino fresco, pepe, sale, pangrattato, Parmigiano Reggiano, un cucchiaio di aceto bianco.
Per la besciamella: 40 gr di burro, 40 gr di farina 00, 500 ml di latte, sale, noce moscata, e per il procedimento .
Lavo il cavolfiore, elimino le foglie esterne, lo riduco in cimette della stessa grandezza. Portata a ebollizione l’acqua con un cucchiaio di aceto bianco, lo metto a cuocere per 4-5 minuti. Faccio scolare le cimette e le sistemo in un recipiente immerso nell’acqua fredda per abbassarne la temperatura.
Lasciate da parte le cimette, in una casseruola capiente preparo il roux , cioè la base per tirare la besciamella (avete cliccato il link precedente?), quando è pronto aggiungo latte e noce moscata per terminare la preparazione, lasciando la salsa abbastanza liquida.
Provo anche la tecnica del ripasso suggerita da Leemann. In una padella scaldo un cucchiaio d’olio con lo spicchio d’aglio vestito e il peperoncino tritato. Faccio saltare velocemente il cavolfiore senza rompere le piccole cime, allo stesso tempo facendole brasare leggermente. Spengo il fuoco, aggiungo il sale e una spolverata di pepe.
In una pirofila distribuisco un velo di besciamella, quindi dispongo con garbo le cimette, spolvero con il Parmigiano Reggiano, verso la salsa, termino con una spolverata di pangrattato fatto in casa tritato grosso e ruvido. Ah, vi siete ricordati di accendere il forno?
Ecco, accendo il forno a 180°C e una volta a temperatura informo per 10 minuti, accendo anche il grill e faccio gratinare la superficie per altri 10 minuti. O come me, fino a quando vi accorgete che il grill funziona così e così.
Sforno, aspetto, stappo un bianco fresco non eccessivamente acido (Pinot Nero Bianco leggo sul gobbo) mi metto alla finestra. Può anche piovere per il resto della settimana, il cavolfiore gratinato fa pendant persino col velluto del divano.
[ Crediti | Link: Tecniche Nuove, Ti mangio, Mangiare Bene, Ricette della nonna, Dissapore, Benedetta Parodi. Immagini: Silvia Fratini]