Per cominciare bene il mio fine settimana fuoriporta total relax, ho deciso di concedermi il piccolo innocente lusso – eh sì, per noi precari è un lusso – del caffè a bordo treno. Anzi, a bordo Italo.
Italo, tanto per mantenere un posizionamento diverso dal concorrente, ha abolito la figura sudata ma amichevole del signore col cappellino che ti dà il caffè nel bicchiere di carta.
Trenitalia ci aveva abituati alla claudicante passeggiata fra vagoni fino alla carrozza bar, in cerca di un punto ristoro con un minimo di contatto umano. E lì te la giocavi.
Se ti andava male il barista (si chiama così anche quello del treno?) era un bisbetico di prima categoria e pure poco incline a fare un caffè decente. Se ti andava bene, invece, riuscivi perfino a trovare il tipo loquace con cui scambiare due chiacchiere.
Il servizio di Italo è più essenziale e, come vogliono che si dica, smart. Almeno così dovrebbe essere. Via l’omino logorroico e/o scorbutico dunque, ed ecco arrivare al suo posto la macchinetta automatica. Non che se ne sentisse la mancanza, visto che è il nostro approdo quotidiano delle pause in ufficio, quindi fedele interlocutrice fino a mezz’ora fa.
Peccato però che se non si è abbastanza smart a nostra volta si finisce col seminare fior di spiccioli nei più discreti freddi e silenziosi distributori automatici di quanto riuscisse a spillarci il burbero signore.
Mi sfugge cosa ci sia di smart nel chiedere un sovrapprezzo del 100% sull’innocente “macchia” nel caffè.
Se decidete di prendervi un espresso liscio infatti, vi sciroppate una miscela bevibile al prezzo ragionevole e già sdoganato di 1,00 €. Ma se malauguratamente avete le voglie, il macchiato lievita a 2,00 €.
Italo è dunque l’unico posto in Italia in cui il caffè macchiato si paga più del normale? Pare di sì, e viene da chiedersi perché i baristi italioti non si siano ancora a tanto evoluti.
Forse perché chiedere a quattr’occhi al proprio avventore 1 € in più per un goccio di latte è avvertito come un vile atto di piccineria da banco. Letto sul display del treno nuovo di pacca, invece, sounds smart.