Levarsi dalla testa l’idea di imitare Gabriele Centazzo, l’imprenditore di Pordenone presidente di Valcucine, che ha comprato tre pagine su Corriere e Repubblica di oggi per indignarsi e sognare un “nuovo Rinascimento italiano”. Costa come una manovra economica e rischia di avere lo stesso indice di gradimento.
Potreste leggere su Twitter commenti infastiditi (“Ma che palle le lezioncine da self made man” – Phoenomena) oppure analisi in 140 caratteri sul desolante digital divide (“Imprenditore PAGA 3 pagine per manifesto che NON mette gratis su web” – mfioretti, invece le ha messe, su apposito sito). Però, aspettiamo a calcolare il rapporto costi-benefici, intanto qualche giornale inizia a domandarsi chi diavolo sia Gabriele Centazzo.
Se vi state chiedendo per quale motivo parliamo di lui, dovete sapere che tra i rinascimenti evocati nelle tre pagine scritte fitte fitte, tra infinite proposte per “risollevare le sorti dell’economia e della cultura italiana” –dai nuovi modelli di auto consigliati a Marchionne ai complimenti per Eataly–, c’è anche, come poteva mancare, il cibo.
Ora, se leggendo quanto segue sentite un fremito, un turbamento improvviso e tumultuoso, sapremo che sta iniziando una nuova avventura. Ma fateci sapere cosa ne pensate in ogni caso.
“…Tornando alla metafora delle colonne, ho messo come possibilità di sviluppo del lavoro la genuinità. Penso che l’Italia, spesso schiava delle leggi standardizzanti europee, debba avere, almeno sul cibo, il coraggio di emanare leggi molto più severe, per bandire ad esempio tutti i coloranti, conservanti, gli insaporitori chimici e tutte quelle diavolerie che vengono usate nei ristoranti.
Ritorniamo al cibo genuino, indipendentemente dalle leggi europee! Com’è ridotto il settore del gelato? Intrugli di polveri e concentrati fanno rabbrividire l’insegna che ormai troneggia quasi in ogni gelateria italiana: “Gelato Artigianale”. Eppure, in anni non lontani, i gelatieri italiani conquistavano il mondo con la loro qualità.
Sempre in tema di enogastronomia constato, per fortuna, quanto successo stanno avendo Slow Food e Eataly, che recuperano la vera artigianalità e le varietà genuine della storia dei cibi e dei vini italiani. Il governo deve avere il coraggio di emanare leggi che rendano il cibo italiano il più genuino al mondo. Sono certo che provvedimenti del genere, che non costerebbero nulla allo Stato, genererebbero un potente volano per il turismo, che potrebbe dar lavoro a migliaia di giovani.
Attraverso la genuinità, si potrebbe dar vita anche alla nostra agricoltura agonizzante, sviluppando con intelligenza e creatività il biologico, per diventare i primi al mondo in questo settore.
Non avanzo istanze generiche, chiedo provvedimenti da attuare subito. Lo Stato deve organizzare un’agenzia per la difesa dei brevetti, del design, della tipicità del cibo italiano”.
Gabriele Centazzo, designer e presidente della ValCucine.
[Crediti | Link: Twitter, Rinascimento-Italiano, Wired]