Di Pantelleria molti dicono: o la ami o la odi. Io l’ho trovata bellissima, a tratti respingente, piena di contraddizioni. Per esempio è verde, di un verde intenso, ipnotico, ma allo stesso tempo è arida, assetata, e caldissima.
Il mare è splendido eppure difficile da raggiungere, ci sono le meduse, tira vento. La vegetazione e la pietra lavica dominano tutto il paesaggio diventando a volte vigna, a volte capperi, a volte origano. A volte muretti a secco o dammusi (l’abitazione tipica dell’isola, nella foto in alto). L’uomo è un ospite, non so dire se gradito, figurarsi il turista.
Io sono tra quelli che amano perdutamente Pantelleria anche se mangiare bene sull’isola, per quanto ne so io, non è impresa facile.
Il primo tentativo lo abbiamo fatto nel bellissimo Resort Zubebi dove abbiamo imparato, a nostre spese, che i panteschi non sentono il bisogno di mantecare la pasta. Il resort è bellissimo, l’offerta pretenziosa, il cibo non sempre all’altezza. La cosa più bella: l’aperitivo sui tetti bianchi dei dammusi e una carta dei vini interessante, studiata quest’anno da Daniela Paris, già riferimento della sede romana del Comptoir de France. Zubebi Resort – 91017 Contrada Zubebi, Pantelleria.
Il secondo tentativo è stato fatto Al Tramonto. Ci siamo capitati in una serata di quelle davvero negative: sala e cucina in panne, attese infinite, locale stracolmo. Il ristorante è molto bello con un’offerta del tipo da-grande-voglio-fare-il-ristorante-gourmet. Il tramonto sul mare visto dalla terrazza è il vero motivo per cui vale la pena andare. Ristorante al Tramonto – Loc. Penna, 12 – C.da Scauri Basso – Pantelleria
Una volta capito che i locali con qualche pretesa non riuscivano a soddisfarci, abbiamo optato per una vera e propria trattoria: U’ Trattu, storico locale tra i più amati dell’isola, ma non è andata meglio. Attese piuttosto lunghe, piatti senza lode, servizio un po’ confuso. U Trattu, contrada Rekali, Pantelleria.
Quindi, un po’ abbattuti, abbiamo deciso per un cambio radicale scegliendo il bar ristorante U’ Friscu Caffè, il posto più trendy dell’isola. Birra Baladin esposta nei frighi (esatto), cocktail fatti bene, ottima pasticceria per la colazione. S’è mangiata una buona pantesca, l’insalata simbolo di Pantelleria che, per chi non lo sapesse, è preparata con patate lesse, pomodori, cipolla rossa, olive, capperi, origano. U’ Friscu, Contrada Scauri S. Gaetano, Pantelleria.
Solo l’ultima sera, come spesso succede, abbiamo avuto fortuna con il bar ristorante La Vela, sul porticciolo di Scauri. Questo locale ci era addirittura stato sconsigliato e nonostante fosse a 10 metri dal nostro dammuso, non avevamo avuto il coraggio di andare. Tante sedute a due passi dal mare, servizio sollecito, pesce fresco presentato a tavola e cucina semplice, quindi: ricciola, caponata, panelle e pantesca. Non abbiamo sbagliato. La Vela, Scauri Scalo, Pantelleria.
In tutti i ristoranti, per un antipasto e una portata con contorno, abbiamo speso circa €35 a persona (euro più euro meno), dividendo una bottiglia di vino in 4 (da 15/20€).
A sentire gli amici, la situazione a Pantelleria è simile a quella in cui versano un po’ tutte le isole siciliane, o d’Italia, forse. C’è chi dice che in agosto non è possibile aspettarsi di meglio, soprattutto da ristoranti aperti 6 mesi l’anno e che puntano tutto sul turista di passaggio. Ed è qui, cari lettori, che entrate in gioco voi.
Siete o non siete grandi viaggiatori esperti nell’arte della “ricerca del ristorante a casaccio sulle piccole isole”? O se vogliamo farne un discorso in generale, come ve la cavate col mangiar fuori in vacanza? Avete l’istinto del talent-scout? E soprattutto, con quali tecniche di ricerca e quali risultati?