Per rimediare al deficit di attenzione di voialtri lettori dell’Internet, piazzo subito la mia bella citazione letteraria. “Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto”. Le brave ragazze cucinano tortini al cioccolato con cuore caldo per la cena di San Valentino. Io masticando un generico e scontroso “’ngiorno” ho preparato una zuppa bollente con cuore gelido: crema di rape rosse con panna acida. Forse poco convenzionale ma con sfumature di sapore che promettono grosse soddisfazioni. In più si prepara in un’ora.
Ecco cosa serve per due persone:
— 600 gr di rape rosse
— 1 grossa patata
— 1 mazzetto di cipollotti
— 1 spicchio d’aglio
— ½ litro di brodo vegetale
— 1 noce di burro
— Sale qb
— Panna acida, crostini di pane e prezzemolo.
Per non sembrare snob, dimenticherò che odiavo le rape rosse e che mi sono ricreduta solo dopo aver svicolato da quelle sanguinolente e plasticose, strizzate sotto vuoto già precotte tipiche del Super. Le rape fresche del mercato sono un’altra storia.
La stagione naturale delle rape va dalla primavera fino all’autunno inoltrato, ma, se conservate sotto la sabbia, durano mesi, praticamente tutto l’anno.
Ore 19.00: inizio sbucciando rape e patate, poi le riduco a cubetti. Pulire e ridurre la rapa a dadini genera uno scenario degno di Kill Bill, che poco ha da spartire con la festa degli innamorati.
Ore 19.09: trito il cipollotto dopo averlo lavato, lo metto ad appassire nel burro a fuoco dolce. Poi verso nella pentola anche rape e patate, rosolo 4-5 minuti e verso su tutto il brodo. Porto a bollore e mi dimentico dei fornelli per la prossima mezz’ora.
Ore 19.15: irrinunciabili completamenti di questa zuppa, crostini di pane fritto e panna acida, vanno preparati per tempo. Fatico a trovare la panna acida al supermercato così mi affido al fai da te.
Mescolo 100 gr di panna fresca e pari quantità di yogurt bianco intero. Aggiungo un cucchiaio di succo di limone e lascio riposare per un’ora a temperatura ambiente. Già dopo dieci minuti inizia ad addensarsi. Per i crostini taglio del pane a dadini (il mio è semi-integrale, mezzo sale, lievito madre, biologico. Talebano a sufficienza? Ah, 36 ore di lievitazione), lo salto in padella con olio evo e insaporisco con pepe nero. Talmente buono che me ne salta in bocca un pezzetto, senza volerlo. Due pezzetti. Vabbè tre.
Ore 19.45: controllo la cottura delle verdure che mi sembrano perfette, in caso contrario basterebbe prolungare la bollitura per cinque minuti extra. Spengo la fiamma e passo alla fase che preferisco, ovvero la minipimerizzazione: rapida, efficace, chirurgica.
Ore 19.50: la crema rossa di San Valentino è pronta per essere impiattata. Cercando di fare del mio meglio, riempio due fondine, verso al centro un’abbondante cucchiaiata di panna acida, crostini a parte, fatto.
I contrasti si sprecano: caldo/freddo, dolce/acido, “terroso”/cremoso, come in amore, direbbe Fabio Fazio subito sbeffeggiato dalla Littizzetto. Strideranno con lo spirito romantico ma i conti bisogna farli:
— 600 gr di rape rosse al mercato: 1,80 euro
— 200 gr di patate: 22 cent
— 1 mazzetto di cipollotti : 50 cent
— 20 gr di burro: 18 cent
— 100 gr di yogurt intero: 40 cent
— 100 gr di panna fresca: 60 cent
Totale: 3,70 euro
Per una porzione: 1,85 euro.
Rose rosse a parte, come le vedete le rape per San Valentino?
[Crediti | Immagini: Marco Banderne]