Oggi lasciamo Napoli per salire nel profondo Nord, poi scendiamo di nuovo in direzione Roma per una sfida che contrappone una pizza a un’altra, ma dovrei dire una tesi a un’altra. Di fronte “la madre di tutte le pizze degustazione” ideata alla pizzeria I Tigli in provincia di Verona da Simone Padoan, irraggiungibile, chic, già un’icona; dall’altra un piccolo capolavoro di gusto e perizia tecnica romana, la pizza wow di Sforno per cui Stefano Callegari si è ispirato alla tradizione napoletana. Cos’hanno in comune? Il solo consumo a spicchi. Più che mai ingrato dunque, il mio ruolo di giudice.
Veniamo alle pizze. Per complicare ulteriormente le cose mescolo gli stili, ai Tigli opto per una pizza che, a modo suo, evoca un classico, la marinara. Da Sforno rasento lo stile pizza-gourmet dell’avversario scegliendo dal menù l’eretica cacio e pepe, simbolo del locale anche per la trovata dei cristalli di ghiaccio messi sull’impasto prima della cottura, a formare un supporto sul quale il formaggio fa presa più agevolmente.
I TIGLI
L’acciuga del Mediterraneo (pomodoro, acciughe, olio, basilico e origano)
– Aspetto visivo: nel classico stile delle pizze-degustazione, lo spessore del disco, piuttosto contenuto, è alto, una specie di gustosa roccaforte. Gli alveoli che indicano la corretta lievitazione sono distribuiti in modo regolare, manca sul fondo l’effetto maculato tipico della pizza napoletana.
– Cottura: a regola d’arte.
– Impasto/consistenza: soffice per quanto appare ruvido al primo sguardo, ricorda una focaccia.
– Leggerezza/digeribilità: direi nella media.
– Sapore: l’acciuga è prorompente, compensata dalla dolcezza del pomodoro. Il gusto può disorientare, è decisamente inconsueto per una pizza. Più facile sperimentarne di simili in un ristorante dalla cucina raffinata.
– Prezzo: Accidenti! Capisco gli ingredienti di gran qualità, ma 14 € non sono pochi.
I Tigli – Via Camporosolo 11, San Bonifacio – Verona – Tel 045.6102606
– Giudizio: con la sua perfezione formale corrompe il palato e affilia nuovi adepti al verbo della pizza-gourmet.
– Voto: 90/100.
P.S. Attenzione, fino al termine di settembre la pizzeria è chiusa per restyling dei locali.
SFORNO
Pizza cacio e pepe servita a spicchi con il pepe in mezzo.
– Aspetto visivo: è amore a prima vista per il look singolare e il decoro del piatto che sembra un’astronave. In superficie noto voluttuose bolle di gusto recintate da un cornicione ben scolpito, sul fondo invece, c’è l’effetto maculato delle pizze napoletane.
– Cottura: al punto giusto
– Impasto/consistenza: immaginavo non fosse una pizza frugale, ma l’impasto soffice e cedevole aiuta…
– Leggerezza/digeribilità: …infatti, è ben digeribile
– Sapore: senza pietà, da fusione termonucleare, mi ripeto spesso che, probabilmente, è la pizza più buona mai mangiata.
– Prezzo: € 12,00 € . Non pochi ma sono felice di spenderli.
Sforno – Via Statilio Ottato 110/116, Roma
– Giudizio: Qualcosa da cui prendere esempio per localizzare la pizza napoletana altrove. Un’idea di buon gusto e grande successo, più romantica rispetto alla pur ottima pizza- degustazione. O almeno, io la preferisco.
– Voto 92/100
Passa alle semifinali del nostro campionato Sforno
[Crediti | Immagini: Andrea Soban, Fabio Cagnetti]
(1) Starita a Materdei vs Di Matteo (2) Sforno vs La Fucina (3) Sorbillo ai Tribunali vs Di Napoli (4) I Tigli vs Sirani (5) F.lli Cafasso vs Gorizia (6) Tric Trac vs Ciripizza (7) Antica Donnaregina vs Umberto (8) Lazzaroni vs. Tonda.