Ore 10:10. Seguo in diretta l’apertura di Eataly Roma, gli ultimi istanti prima e i primi dopo. Voi che fate, venite con me? Consiglio: aggiornate spesso il vostro browser.
Ore 09:20. Arrivo a razzo da via Ostiense. La vista dell’arco con la scritta Eataly mi strappa un sorriso sciocco, tipo i sorrisi che mascheri davanti alle pubblicità melense, ma tant’è. Siamo tutti figli di Farinetti. A proposito, lo trovo in versione divo fuori dall’ingresso del personale. “E’ emozionato?”, chiedo. “No, no” risponde lui.
Ore 9:32. Ho perso il giro organizzato per giornalisti e blogger in fila per tre col resto di due, mi aggiro incuriosita in un mastodonte che non conosco, consapevole che tanto vuoto non lo vedrò mai più. Quattro piani di pulizia e lucidità, tra mezz’ora c’è il varo ufficiale.
Ore 9:45. Salgo e scendo dalle scale mobili, il personale è allegro, scattante, giustamente teso. Al banco del pesce sistemano una balena. No, è un’ombrina. Nel reparto ortofrutta ci sono frutta e verdura per un esercito, il pane straripa dagli scaffali. Mi chiedo come faranno a vendere tutta questa roba. Suona un campanello, una voce di donna dice con tono rassicurante: “buongiorno a tutti, tra 20 minuti si apre”. Ecco, ora ho l’ansia pure io.
Ore 9:50. Manca più o meno un quarto d’ora all’apertura delle porte. Davanti all’ingresso s’è radunato un gruppetto di curiosi, clienti, Farinetti boys. Vediamo chi entrerà per primo.
Ore 10:11. Eccolo, è lui, uomo, sui 45, buona forma fisica, abbigliamento casual. L’immagine dellItalia che non si arrende alla crisi e va a spendere 40€ per un pacco di pasta da Eataly. Passatemi la boutade.
Ore 10:15. Ecco i veri protagonisti: i “Signori Clienti”. Sono accolti da un personale sorridente e sincero, Nicola Farinetti sembra Di Caprio in Titanic, scatta un lungo applauso, io quasi mi commuovo. Penso ai Clash, canticchio “lost in a supermarket” ♫. Mi riprendo.
Ore 10:30. Ma quale sarà il pubblico romano di Eataly? Vediamone un campione scelto con l’attendibilità scientifica di un sondaggio Coldiretti. Ecco la signora Mariafiore, trionfale dietro il carrello verde. Abita nel quartiere ed è venuta a Eataly perché “dice che la verdura costa meno”. Urge sfida comparativa con i prezzi del mercato rionale, note to self.
Ore 10: 42. Anche Lucia e Gabriella abitano nella zona. Assaggiano pizza al bancone delle farine Mulino Marino, sono qui per guardare e “pe’ comprà pure!”, dice Lucia, ma hanno l’aria di chi prima darà un’occhiata ai prezzi. Sagge.
Ore 10: 56. A dare un tocco di internazionalità ci pensano Ashley e Liam da Los Angeles. Ashley è una vera intenditrice di italian food, ha vissuto a Torino e scongiura Farinetti di NON APRIRE un Eataly nella sua città. “Si americanizzerebbe troppo”, dice. Capito Oscar?
Ore 11:01. Romolo invece è un pubblicitario, ha saputo di Eataly e ha fatto più di qualche semaforo per venirlo a vedere. Nel suo carrello verde però solo regali per i nipoti. Benvenuto Romolo.
Ore 11:15. Chiudiamo il sondaggio Coldiretti con Ilaria e Adriano. Belli, giovani, vengono da lontano perché appassionati di cibo, di vino e di Luca Montersino, il noto pasticcere già collaboratore in altri Eataly. Nel frattempo sento che a Roma Oscar diventa Oscare, e per le signore Oscarì, con l’accento su la i.
Ore 11:23. E a proposito di romanità, incrocio la regina della cucina romana, Anna Dente, in pianta stabile a Eataly Roma almeno per un po’. Mi dice: “ao, ce so voluti li piemontesi” che in dialetto romano vuol dire: ma guarda te se per rimettere in sesto l’Air Terminal bisognava rivolgersi a imprenditori milionari di altre regioni. A Oscare piace quando Dissapore, maligno, lo definisce “milionario”.
Ore 11:30. La ressa che temevo non c’è, gironzolo per capire cosa comprare, perché okay ristoranti, wi-fi libero, bar, caffè, biscotti e pasticcini ma sono pur sempre dentro un supermercato. Parto da un Enoteca carica di bottiglie né banali né troppo originali. Vado per un Montepulciano di Emidio Pepe 2009 a €28,80. Se è tanto o poco, ditemelo voi.
Ore 11:40. Quindi il pane. Ce n’è di tutti i tipi: ai fichi, alle noci, con pancetta e formaggio, alle olive taggiasche, ai semi, integrale, di farro, di grano duro Siciliano. C’è pure ‘na pizzetta rossa calla calla, nota un ragazzo evidentemente “indigeno” alle mie spalle. Io scelgo pane di grano duro a €4,90 al chilo.
Ore 11:52. All’ortofrutta rimango incanta da ordine e pulizia. C’è di tutto: cipolle bianche, bianche da forno, gialle, cipolle di Tropea a trecce, pepi di ogni dove, 4 tipi di zucchine, insalate verdi, rosse, bianche e poi un trionfo di frutta. Sono tentata di azzannare una ciliegia ma desisto. Compro invece pomodori camone a 4€ al kg.
Ore 12:03. Eataly è il luogo di elezione per i feticisti del vasetto, io sono in quel numero. Mi butto su uno yogurt al caffè di Cascina Fontanacervo a €0.95 e a seguire, lo yogurt magro al mirtillo di Cascina Bianca € 2.98 per 500 ml.
Ore 12:20. Procedo rapida perché ora la clientela è in aumento esponenziale. Infilo nel carrello: confetti Cubani di William di Carlo a €19.33 al kg, libro sui rimedi naturali di Giunti Editore a €14.90, olive bella di Cerignola De Carlo a €2.90 per 110g, saponetta vegetale all’olio di oliva di ROI a 28€ al kg, 2.80 una confezione, guanto da forno a 10.80€ e robot multifunzionale Artisan della Kitchen Aid a 599€.
Ore 12:40. Qualche cartello di Eataly Roma.
Ore 13:00. Termino il giro boccheggiando davanti alla macelleria della Granda: un trionfo di rosso che include: cotenna di lardo a €4.80, zampino di suino a €3, corata di abbacchio a €7.90, testa di abbacchio a €2.90, rognone €7.20, salsicce €9.20, lingua €11.20, coda €1.80, pannicolo €10.60, ali di pollo €5.20 e per il resto, venite a valutare da voi che io ho finito il credito. Per finire, condivido una riflessione. Noi romani siamo affezionati ai nostri mercati. Chiamiamo per nome le signore ai banchi del rione e raramente usciamo dal quartiere per fare la spesa.
La domanda pertanto è: avrà o non avrà successo il bellissimo e gigantissimo Eataly Roma?