Per arrivare al 77 di via Selvanesco, dove da un paio di mesi ha aperto Gustop, bisogna prendere l’auto. Oppure la metropolitana verde fino al capolinea Abbiategrasso, e da lì il tram 15 in direzione Rozzano, per 5 fermate. I binari passano accanto a casermoni di edilizia popolare, palazzi che ospitano uffici in fuga dal centro per gli affitti troppo alti, fazzoletti di terra in cui sorgono orti urbani. Questa è l’estrema periferia sud di Milano. È qui che è nata, 13 anni fa, la cooperativa L’Impronta, Onlus che opera a supporto di persone con disabilità, bambini, adolescenti in situazioni di fragilità e delle loro famiglie. E qui ha scelto di lavorare: dalla periferia si può scappare oppure ci si può restare per cercare di renderla più viva, più umana. Così è nata Via Libera, la cooperativa sociale che ha creato Gustop.
Gustop è un ristorantino che serve una buona cucina casalinga. Per il momento è aperto solo a pranzo, in futuro si vedrà. Ambiente caldo, colori chiari e un’atmosfera accogliente, serve piatti buoni e semplici, da ordinare da sé al lungo bancone: un paio di scelte per ogni categoria, in più qualche insalatona (siamo pur sempre a Milano!) e una piccola scelta di dolci fatti in casa. Io ordino prima un passato di verdura con crostini e poi seppie in umido, perfetti comfort food per una giornata autunnale, e mi siedo a uno dei tavoli: il locale è gremito di persone, soprattutto impiegati che lasciano per un’oretta l’ufficio per una pausa pranzo senza contorno di abbruttimento.
“Quanti degli avventori sanno che Gustop è un ristorante in cui la maggioranza dei dipendenti è disabile?” domando ad Andrea Miotti, Presidente dell’Associazione L’Impronta. “A malapena il 20%” risponde lui “Non vogliamo che i clienti vengano da noi con l’idea di fare una buona azione. È un presupposto troppo fragile su cui fondare un’attività economica: vogliamo clienti soddisfatti, che tornino perché qui stanno bene”.
La linea guida del progetto, infatti, è proprio la “normalità”: Gustop è un’attività commerciale, serenamente for profit, che impiega oggi 11 persone di cui 7 con disabilità. Il progetto è stato pensato nei dettagli, con il supporto economico di fondazioni bancarie, Onlus e famiglie private, ed è cresciuto anche grazie alla consulenza gratuita di società che hanno collaborato allo sviluppo del business plan, così da creare un’attività salda sulle proprie gambe. Moltissimo è stato investito sulla formazione dei dipendenti con disabilità: le 7 risorse sono state selezionate e formate nel corso di due anni.
Questo lungo percorso di formazione ha consentito di inserire in un contesto lavorativo anche disabili “deboli”, cioè con un genere di disabilità considerato poco compatibile con un lavoro vero e proprio. “Inoltre, una fase così prolungata di apprendistato ha permesso di essere certi che queste persone trovassero nel proprio lavoro soddisfazione, e non una fonte di frustrazione”, continua Andrea.
La ragazza che lavora in sala ci chiede se vogliamo i caffè, e ce li porta dopo qualche momento. La osservo sgombrare i tavoli e rassettare. Ha begli occhi brillanti e si muove leggera e operosa come una lieta apina. Gustop è un ristorante che lavora per il profitto e non nasce con l’idea di impartire lezioni a nessuno. Si farebbe fatica, però, a uscire senza pensare che il lavoro può essere una cosa molto bella, piena di senso e di dignità.
[Crediti | Link e immagini: Gustop]