Mancano poche ore al Salone del Gusto 2012, che apre domani al Lingotto di Torino. Mentre sul sito una mappa scaricabile racconta l’impressionante mole di cose da fare, non vi segnaliamo i cinque not-to-miss di questa edizione.
(1) Personal Shopper. Tra la folla che si accalca agli stand e gli stimoli che arrivano da ogni parte, rischiamo di farci sfuggire le cose migliori vagando alla cieca un po’ intronati. I Personal Shopper possono darci una mano: studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo appositamente formati per guidare i visitatori tra le bancarelle e far scoprire prodotti, storie, persone. Cinque sono i percorsi disponibili con i “P.S.”, con un costo variabile tra i 4 e i 10 euro: PS regionale, PS di filiera , PS “su misura”, PS Garofalo e PS del vino.
(2) Workshop. Di cibo per lo stomaco ce ne sarà in abbondanza, nel caso vi venissero altri appetiti, il programma delle conferenze (tutte a ingresso libero) è ricco. Cliccate qui per farvi un’idea degli argomenti trattati, dalla sostenibilità alle politiche agricole, dal cambiamento climatico al futuro della ristorazione. Di particolare interesse per noi impuniti foodie internettari, la conferenza Gastronomia 2.0, dove si parlerà di rapporto tra i media tradizionali e i nuovi mezzi di comunicazione nel campo della gastronomia.
(3) SlowWine. La possibilità di degustare oltre 1000 etichette provenienti da 600 cantine, e una copia della guida Slow Wine in omaggio. Serve altro per farvi partecipare alla degustazione di Slow Wine, domenica 28 ottobre alle 15? Un’occasione per incontrare i produttori e tutte le storie che stanno dietro alle bottiglie. Intanto, per sorseggiare con gli occhi, andate qui a vedere tutti i vini che potrete assaggiare in quella che si annuncia come la più grande degustazione di sempre.
(4) Terra Madre. Un passaggio dalla Cucina di Terra Madre è obbligatorio. Quando e dove potrete sperimentare specialità provenienti da paesi così lontani tutte insieme? Forse neanche i più globetrotter tra voi hanno assaggiato la zuppa di chabéu della Guinea Bissau, o il riso al cocco con salsa di anacardi del Mozambico. E dubito che i più assidui frequentatori di ristoranti etnici conoscano l’insalata indiana di fiori di banano o i panini al vapore cinesi con funghi e verdure. Il costo? Dieci euro per un piatto e una bevanda.
(5) Pizza. Nelle scorse edizioni la sua mancanza si era fatta sentire. Quest’anno, invece, la pizza ha addirittura una piazza dedicata. Durante ogni giorno del Salone, pizzaioli da tutta Italia si alterneranno al forno a legna per preparare pizze, sia rispettose della tradizione che innovative. I ventitre pizzaioli saranno protagonisti di altrettanti laboratori: storia, ingredienti, cultura e ovviamente, assaggi. Tanto per dimenticare le polemiche degli ultimi giorni, perché non partecipare a questo laboratorio? Protagonista, Akio Nishikawa, ovvero il vincitore delle Olimpiadi della Verace Pizza Napoletana 2012, direttamente dalla Pizzeria Sakuragumi di Hyogo, Giappone.
[Crediti | Link e immagine: Slow Food]