No, netdistratti che non siete altro. Il 2013 non sarà l’anno di questo o di quello, dell’homebaking, dell’homebrewing, dell’homegrowing. Il 2013, anche il 2013, sarà l’anno del gelato. Non servono tir di preveggenza, lo dico perché sono stato al Sigep, il salone della gelateria, pasticceria e panificazione artigianale di Rimini, mai in salute come questa volta.
Al cospetto di questo oceano di gioia, con stand infiocchettati, pianisti, belle figliuole e venditori agguerriti, ho capito che sarà pure sana mediocritas ma gli italiani, soprattutto, sognano di aprire una gelateria.
1. FOLLA.
Grandi numeri (quasi 150mila visitatori e moltissimi stranieri), lungo i corridoi della Fiera e viabilità complicata fin dalle prime ore. Tra libri, gelaterie e file interminabili, Grom ha sdoganato la professione, tanto che oggi fare il gelatiere è figo come essere uno chef, imprenditore di se stesso, libero di esprimere gusto e creatività.
Tedeschi, inglesi e americani non capivano, scansavano la folla e inconsapevolmente citavano i Supertramp: “Crisis? What crisis?”.
2. TESTIMONIAL.
Al Sigep ci sono gli operatori, c’è una dedizione patologica al tornio della produzione. Ma da quando le macchine per gelato hanno trovato spazio nelle cucine dei grandi ristoranti, il valzer delle coccole include anche lo chef-star. C’era Gianfranco Vissani e c’era Davide Oldani, alle prese con il gelato al grana servito su scaglie di sale maldon (accompagnato dalla famigerrima cipolla caramellata). C’erano tutti i pasticceri più famosi, dal fresco giudice di Masterchef Iginio Massari a Ernst Knahm “Re del Cioccolato”, dal titolo del suo cooking show televisivo.
3. CONCORSI.
Se tenessimo il conto di ogni concorso con relative e incrociate accuse, non basterebbe un mese di post.
C’erano #sapevatelo.
4. FRANCHISING.
Gli italiani sognano di aprire una gelateria et voilà, ecco un numero mai visto di nuovi franchising di gelateria. Piccoli negozi, specie se celebri (come Chocolat di Milano), ricostruiti negli stand.
Condividere i rischi d’impresa non ha mai avuto senso come in questi tempi grami, era la frase ripetuta ai quattro angoli del Salone.
5. GELATO SOFT.
Oscar “segugio” Farinetti di Eataly fiuta le cose prima e riesce a indirizzare il mercato. Il boom del gelato soft è anche colpa delle sue gelaterie Lait in Eataly, macchine che realizzano il gelato espresso, sempre fresco, partendo da miscele liquide, insaporite con granelle e altre decorazioni.
Le ragioni del successo? Pulizia, semplicità, investimenti contenuti come le dimensioni dei locali.
6. CAKE DESIGN.
Si è sdoganato da solo anche se per molti resta stucchevole. Bisogna riconoscere però, che il concorso del cake design (vinto da Cetta Furfaro) ha ipnotizzato masse indistinte di visitatori.
Torte capolavoro e decorazioni davvero strabilianti.
7. NOVITA’.
Come vi suonano le “basi per gelato bio”? Un ossimoro? Il tentativo di far passare comunque l’idea del gelato naturale?
Tra le nuove basi pronte anche quelle per gelati gourmet al gorgonzola o al salmone, mentre i genitori sono avvisati: armatevi di santa pazienza, perchè per i bambini la prossima estate sarà quella del gelato di Hello Kitty.
8. STREET-GELATO.
Il gelato è street food sin da fine Ottocento, quando i primi carrettini dei gelatieri italiani (Zoldo e Cadore) si riversarono per le strade di Vienna, allora capitale dell’Impero Austroungarico, prima di diventare Eis-salon, gelaterie, vere e proprie.
Quest’anno al Sigep c’erano carretti in ogni angolo, a indicare la tendenza che il cliente è meglio inseguirlo ovunque e con ogni mezzo disponibile, dalle bici gelato alla fashionista ApePiaggio, fino ai più inediti cingolati per le spiagge o ai mezzi elettrici per attraversare i centri storici.
Guardatevi le spalle.
9. SCUOLE DI GELATERIA
Fortunatamente a qualcuno viene anche in mente che per aprire una gelateria servono almeno le nozioni di base. Proliferano così le scuole ad hoc, a partire dalla Carpigiani University di Bologna, poi i Maestri della Gelateria Italiana di Perugia, il Cast di Brescia, la Boscolo Etoille Accademy, Artigeniale a Rovigo e l’ultima arrivata, la Federico II di Matera.
10.FUTURO.
Vetrine dal design innovativo, arredi che trasformano le gelaterie in raffinatissimi studi di design, mantecatori sempre più ‘intelligenti’ con cui si può anche cucinare, proposte salate per sdoganare il gelato H24 (colazione, pranzo e cena, proposto dai Maestri della Gelateria), anche quest’anno il Sigep ha lucidato la sfera di cristallo per mostrarci tutto quello che sarà gelato prossimo venturo.
E la PANIFICAZIONE?
Chiusura con il settore dei lievitati, piacevole contraltare al gelato specie per le degustazioni di pane, pizze e brioche prese d’assalto da chi si era stancato di leccare coni e coppette.
Gli stand più grandi appartenevano ai mulini, con una proposta pressoché infinita di farine, nuova ossessione degli appassionati.
[foto Andrea Soban]