Tanti amici italiani mi chiedono: “Ma la cucina inglese cos’è esattamente?”. Di solito rispondo con un’altra domanda: “Esiste la cucina italiana?” No, esistono 20 cucine regionali, mentre qui il discorso è meno schematico. La Gran Bretagna ha accolto emigranti dai paesi di tutto il mondo, i cui unici ricordi spesso, erano legati al cibo. Nel tempo, questa fusione di stili diversi è diventata la principale identità della cucina britannica e i risultati si vedono nelle 4 categorie di ristoranti attuali. Settimana scorsa abbiamo sfiorato quelli stellati, oggi parliamo dei ristoranti “senza pretese”, poi inquadreremo il fenomeno dello street food su fino al livello più alto: il club privato.
Questi sono i locali più popolari in Gran Bretagna (fonte: Allegra Strategies’ How Britain Eats, 2011).
— Tradizionali britannici. i Pub. Gli autentici Caff. I Pie, Mash & Liquor (sapevate che i migliori furono fondati da – e sono ancora in mano a – famiglie di antica origine italiana?
— Cinesi e le loro variazioni.
— Indiani e variazioni.
— Americani (la maggior parte in centro – Hardrock, TGI, Hache, Lucky 7, Byron etc).
— Messicani. Vanno fortissimo con catene tipo Barburrito, Chilango, Tortilla, Wahaca e i Tex-Mex Chipotle e Cantina Laredo.
— Pizzerie. La (piccola) catena Franco Manca è ottima, Pizza Express non è male.
— Sushi, Noodle Bars, Ramen Giapponesi (Yo! Sushi, Wagamama, Miso etc).
— Misti (Sud-Africani tipo Nando; Argentini e Brasiliani con le loro carni; Tapas Spagnoli etc).
— Bistrot Francesi e Trattorie/Osterie Italiane – quasi tutti in mano a Nord-Africani.
— Medio-Oriente (Libanesi, Turchi; nel gruppo includo anche ristoranti Greci e Marocchini).
Per evitare rogne e fregature, prima di metter piede dentro il locale assicuratevi di avere le giuste carte di debito/credito. Non darete l’opportunita’ di scaricarvi £ 20 in 50p’s.
IL MENU. E’ obbligatorio esporlo fuori dal ristorante. Dalla grammatica capirete se siete nel posto giusto: facile che chi non sa scrivere non sappia neanche cucinare. Se il cameriere vi ignora o vi assegna un tavolo in Siberia (zona del ristorante meno attraente vicino ai bagni o alla cucina) anche se il locale è vuoto, andate via. Grazie a Berlusconi, un po’ d’italiano “da cucù” si sente in giro, una pizzeria a Chelsea si chiama ‘Bunga Bunga’, ma molti camerieri sono dell’Europa dell’ Est e non saranno troppo felici se insistete a parlare in italiano – i vostri sforzi in inglese saranno apprezzati. MAI chiedere piatti fuorilista e, nei locali italiani, “un risottino, una bistecchina, un’insalatina”: sarete etichettati come rompiballe e mandati a quel paese. La cucina segue direttive precise e non ha tempo da perdere con le variazioni.
ACQUA MINERALE. Accettate pane, olio, olive e canapés ma dopo aver controllato il prezzo: sono considerati ‘Stuzzichini’ e costano troppo, tipo 4 olive £ 3. Lo stesso vale per l’acqua minerale – i locali che vendono poche bevande (la parte maggiore del guadagno) si rifanno caricando cifre alte. Quando richiesta, in UK una caraffa d’acqua del rubinetto è gratis. Protestate per cibo freddo, quantità esigua, verme nell’insalata, pelo nella zuppa: il ristorante è obbligato a cambiarli.
PASTA. Se c’è la pasta, non illudetevi che sia buona come quella della mamma. Per tagliare i tempi molti locali la cucinano il giorno prima e la rifilano riscaldata su richiesta. I “Pie, Mash & Liquor” cucinano soltanto una Pie con carne, purea di patate e la salsa (il Liquor) fatta con arselle, la loro acqua, prezzemolo e pepe bianco. Piatto risalente al 1700, da assaggiare almeno una volta. Non ci crederete ma è buono!
SUSHI E SASHIMI. Come in Italia, per evitare anisakis e infezioni gastrointestinali il pesce si surgela ad almeno -20ºC per 24 ore, con informazioni riportate sul menu. Ecco perché è freschissimo. Lo sapevate?
SERVIZIO. Leggete nella carta se il Servizio è incluso nei prezzi (di solito lo scrivono a caratteri piccolissimi). In caso non sia stato all’altezza, deducetelo dal conto finale. Una piccola mancia la si lascia se si ritiene che il cameriere sia stato in gamba e gentile.
ERMANNO ASK.
In una specie di gioco delle parti, ora sono io, Ermanno, a chiedere. Nei ristoranti britannici “senza pretese” le cose vanno così, succede lo stesso a Roma, Milano e nelle altre grandi città italiane? Quali sono le principali differenze?
[Crediti | Link: Dissapore, Allegra. Immagine: Peter Visontay]