Oggi tocca alla nostalgia. Milano, quartiere Lambrate oltre il ponte della ferrovia, dove un tempo c’erano solo fabbriche, campi incolti e case di operai. Adesso la zona è divenuta parzialmente alla moda, perché ci si sono trasferite diverse gallerie di gran nome.
Alla Trattoria Commercio si va all’ora di pranzo. C’è un menu a 9,70 euro, per pane, coperto e tre portate. All’interno i cimeli delle trattorie del passato: un timone con dentro l’orologio, una ruota da carro, un giogo trasformato in attaccapanni, i proverbi incisi su tegole di ceramica, quadretti a olio con scorci vecchia Milano.
I tavoli sono apparecchiati con tovaglie di stoffa e tovaglioli di carta.
Ci vanno i meccanici dell’officina accanto, i docenti del Politecnico e gli studenti, il gallerista Massimo De Carlo e l’artista Luigi Serafini: è il mondo misto e gustoso di chi non si arrende al panino riscaldato sulla piastra del bar e vuole mangiare qualcosa di genuino e cucinato senza fronzoli.
Se andate nei ristoranti milanesi all’ora di pranzo, noterete che quasi nessuno ordina il primo. Qui, nessuno lo salta.
Si mangia un piatto di pasta al pomodoro (né scotta né al dente, come una volta in Lombardia), una salsiccia o il manzo bollito con salsa verde, il vitello tonnato con sedano, aglio e rosmarino, le barbabietole olio e aceto, le patate lesse col prezzemolo. L’olio al peperoncino fresco ci ricorda le origini calabresi della famiglia che gestisce il locale da quasi 40 anni.
E poi il nome.
Trattoria Commercio: riporta a una Milano che sperava nella vocazione terziaria come evoluzione dagli anni della fabbrica. Per gustare appieno l’atmosfera, nulla di meglio che arrivarci con il tram 33, che lì fa capolinea.
Trattoria Commercio,
viale delle Rimembranze di Lambrate 7, Milano
Tel: 02-26412573
[Crediti | Dalla rubrica “Cibo e Oltre” di Camilla Baresani su Sette, inserto del Corriere della Sera]