Questa non è una recensione, non ne faccio di solito. Piuttosto mi piace segnalare i posti in cui sto bene, specie se ci capito per la prima volta. Allora eccovi la storia di quel giorno in cui sono capitata alla trattoria Blu a Milano.
Pioveva, io arrivavo di corsa in via Carmagnola dopo una merenda mattutina in un locale in cui avevo pagato la cifra di 10 euro per un mediocre centrifugato di zenzero, mele e non so cosa e mi sentivo abbastanza cretina.
Ero con un’amica e ci siamo fermate a pranzare alla Trattoria Blu di Milano, un ristorante con servizio bar, aperto da colazione e fino al dopocena. Un ambiente che da subito ci è sembrato confortevole, rilassato, e con un menu che ci ha catturate, non solo perché riportava la frase “Servizio e coperto non si mangiano, quindi non si pagano”, ma perché ogni piatto lasciava intendere una certa cura.
Noi ci siamo buttate senza esitazione sulle carni, non certo per spirito dukaniano (ci mancherebbe) ma perché Matteo, il proprietario del locale, ci ha stuzzicate con un assaggio di trippa, un ottimo panino al prosciutto, il bollito di cartella e la cotoletta sbagliata, il piatto più richiesto.
Sbagliata perché della cotoletta alla milanese non ha proprio nulla: la carne è di maiale, nell’impanatura ci sono mandorle ed è guarnita da scaglie di sale e scorza di arancia.
Buona davvero.
Poi parlando con Matteo, che è uno di quelli appassionati nel ricercare le cose buone, vengo a sapere che le carni sono della macelleria Zivieri, di Simone Fracassi e che dall’Azienda Agricola Moncucco arrivano i polli, le uova e i conigli. Le farine sono del Mulino Marino, il cioccolato è di Faccendi, la pasta è Felicetti e Gerardo di Nola, la brioche delle colazioni arrivano dalla Pasticceria Martesana e il caffè è di un torrefattore locale.
Lo ammetto, ci siamo fatte prendere dall’entusiasmo e abbiamo mangiato come due camionisti affamati, ma ne valeva la pena.
E quel che è meglio è che abbiamo trovato un ottimo rapporto qualità prezzo e una grande soddisfazione dei nostri palati. Ho lasciato il locale con la sensazione di essere stata bene, in senso lato: aver mangiato bene e speso il giusto.
Ora, non è che sono una che si fissa con i soldi, ma di certo sono molto intransigente nel voler pagare le cose per il valore che hanno.
“La più sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”, dice Jep Gambardella ne La Grande Bellezza, il film di Sorrentino snobbato a Cannes, bè… io sono lontana dai 65 anni ma non ho comunque più l’età, né la voglia, per sopportare un pasto perduto (o pagare un centrifugato 10 euro senza lamentarmene).
E a conti fatti, questa cosa che alla Trattoria Blu il servizio non si paghi è una piacevole trovata che, proprio perché unita a un’ottima cucina, alleggerisce il conto e genera ulteriore simpatia, non credete?
Trattoria Blu
Via Francesco Carmagnola, 5
20159 Milano
[Crediti | Immagine di copertina: Slow burning life, altre immagini: Martina Liverani]