Avete presente quei momenti di pausa sospesi in mezzo al marasma dell’ufficio, quando arrivano mail ogni 3 minuti per sapere se il lavoro avanza ai ritmi stabiliti, quando i numeri nelle caselle Excel sembrano tutti uguali e le lamentele del collega somigliano ormai al guaito di un cane rabbioso? Ecco, lì ci vuole una pausa caffè alla macchinetta. Cercando una ricreazione momentanea inseriamo i pochi (??!!) spiccioli richiesti. Lo stress accumulato alla scrivania aumenta però, per motivi quali: 1) La lettura dell’elenco bevande eruttate a temperature infernali; 2) La composizione del codice segreto per ottenere quanto anelato, accompagnati dalla musica di Profondo rosso; 3) Il lancio di iatture varie per mancanza zucchero/latte finto/barretta per mescolare/bevanda richiesta. A volte, poi, non compare proprio il bicchiere.
Alla fine, però, tutti si affidano alla perfida macchina, e anche nolenti si tipizzano come segue.
TIPO-CAFFE’ ESPRESSO.
Conosce a memoria la combinazione, ricarica la chiavetta a spron battuto perché i consumi sono altissimi. La sosta davanti alla macchinetta dura 37 secondi netti perché saluta tutti ma non parla con nessuno. Spesso non gira neppure il caffè, lo trangugia bollente perché ormai ha il cavo orale d’amianto.
TIPO-CAFFE’ MACCHIATO.
Variante addolcita del tipo base. La presenza di una leggera schiumetta permette al soggetto di soddisfare il proprio lato giocherellone; la variante gastro-fissata riflette sull’introduzione delle spume nella ristorazione automatica, meravigliandosi di tanta fortuna. In entrambi i casi, si attarda alla macchinetta ma non partecipa molto alla conversazione perché intento a contemplare la sostanza bianca, già ribattezzata Ricordo di caffè in montagna.
TIPO-CAFFE’ LUNGO.
Tipicamente additato dagli astanti per aver preso la brodaglia, ritiene il caffè lungo un compromesso per ottenere caffeina evitando lo scempio dell’espresso. Incoraggia il contatto sociale tra colleghi grazie ai tempi lunghi di sorseggiamento, risulta piuttosto utile in caso di cambio monete o gossip lavorativo, insieme a Miss Cappuccino 2010.
TIPA DA CAPPUCCINO.
E’ donna nella (quasi) totalità dei casi. Qualcuno deve aver decretato che il cappuccino non è masculo, e quindi giù di bibitone e chiacchiere, spesso sorbite assieme al cornettino Bauli del distributore di merendine a fianco. Discriminante la quantità di zucchero immesso nella bevanda, pare sia in grado di causare forte dipendenza in breve tempo. Rivolgersi ai fornitori per ulteriori dettagli.
TIPO-CAFFE’ AL GINSENG/PAPPA REALE.
Pseudo-fighetto in pausa, è convinto che ci sia davvero qualcosa di infuso nel liquido che beve. Si attarda davanti alla macchinetta con i tipi precedenti, provando inutilmente a convincerli delle benefiche proprietà del ginseng, della pappa reale o della tisana alla calendula appena comprata. Nei casi estremi, viene abbandonato davanti alla porta dell’ufficio quando tenta di offrire gomme da masticare alla menta piperita e zenzero.
TIPO-CAFFE’ D’ORZO.
Non si rassegna al surrogato di caffè erogato dalla macchina, sostiene di ricavare sostanze stimolanti da altre fonti (solitamente le liquirizie, in casi rari pillole di ginseng tenute nascoste ai più). Perseguita il tecnico della macchinetta perché, essendo l’unico consumatore di caffè d’orzo, una volta terminato passano mesi senza che venga ricaricato. Sostiene l’introduzione dello zucchero di canna tra le scelte possibili, e grazie alle chiacchierate con l’omino ricaricatore è universalmente considerato il massimo esperto di tecniche di sbloccamento della macchinetta.
TIPO-(BEVANDA AL GUSTO DI) TE’/CIOCCOLATO.
Cerca conforto in qualcosa di dolce, e si illude di averlo trovato, ma ogni volta rimane fregato dall’ultimo sorso di pseudo-tè, ricco del fondo amaro di polvere non sciolta. Sostiene sia una valida alternativa al cappuccino, ma è una specie in via d’estinzione.
TIPO-BICCHIERE D’ACQUA.
Il vero gastro-chic il caffè lo prende solo al bar di fiducia, e solo se hanno appena macinato il caffè.
E voi, che tipo siete?
[Crediti | Immagini: Camera Cafè]