Non si esce a mangiare solo perché si è lontani da casa, per curiosità da gourmet, per frigo vuoto. Lo si può fare per sentirsi dire “buonasera dottore” da un vecchio cameriere rodato ai nostri gusti, che riesce a darci un’aria di famiglia più di quanto accada nella nostra stessa casa. Ma c’è anche chi che va al ristorante perché lo considera una sorta di ufficio di collocamento.
È il caso di gran parte dei frequentatori di Settembrini, a Roma: costumisti, giornalisti, sceneggiatori, presentatori nel cono d’ombra, direttori, agenti, produttori, assistenti e comunque tutto il bosco e sottobosco che ruota o vorrebbe ruotare intorno al mondo Rai, intesa come radio, televisione, cinema e politica. Ci si va per esserci e dunque esistere, farsi tener presente e farsi presentare a…
Settembrini è un luogo elitario in maniera democratica, forse perché nella proprietà c’è Marco Ledda, figlio di Romano, che fu membro della direzione del PCI. Per dare la possibilità ai suoi clienti di stringersi in un network che includa dalla segretaria al Presidente, offre vari livelli di consumazione.
C’è la libreria con aperitivi ricercati e monopiatti da 10 euro,
c’è il bar/pasticceria/bistrot/paninoteca,
c’è il ristorante.
Soprattutto ci sono i tavoli esterni, ideali per i narcisi che vogliono essere riconosciuti e salutati da tutti, e per quelli con l’animo da portinaia che controllano chi entra e chi esce.
E il cibo?
Non male. Non eccita e non deprime, spesso adagiato su mode culinarie prossime a essere sorpassate, ma discretamente eseguito e sostenuto da un uso di materie prime di buona qualità.
Prezzi per tutte le tasche. Al ristorante, di sera, con un menu più ricercato, in media 60 euro.
Via Settembrini Ristorante e Caffè,
via Settembrini 21/25,
tel. 06 3232617/97610325
[Crediti | Dalla rubrica “Cibo e Oltre” di Camilla Baresani su Sette, inserto del Corriere della Sera. Immagini: Scatti di Gusto]