Una sera di fine estate, accoccolato nella poltroncina al mio tavolo solingo, sto cercando di individuare la complessa architettura del complesso piatto che ho di fronte: mousse di cosce di rana di lago autunnale con consommè di cervo umbratile, perle di angelica arcangelica e semi di lino del Bangla Desh leggermente affumicati su legno di pino cembro. Chissà quante ore, quanti giorni lo chef avrà cercato, inventato, lavorato per costruire quella creatura tridimensionale, anzi quadridimensionale: perché i profumi sono la quarta dimensione dei piatti.
Nonostante l’arditezza, i sentori sono precisi, definiti: mi sfugge solo il pino cembro, che cerco e non trovo ai bordi dell’olfatto: a me pare più pino mugo della Vallagarina, ma non ne sono certo. Poi, all’improvviso, una avvolgente nota di incenso mista a naftalina, canfora, coccobello e avon, mista ad un inconfondibile retrogusto di muffe, muschi e licheni mi prende alla gola.
La prima forchettata di mousse invece di sprigionare le sue gioie mi restituisce una netta sensazione di lucidalabbra e burrocacao, non sensa un retrolfatto di ambra solare. Mi giro – leggermente contrariato – e vedo una signora in carne avanzare verso il suo tavolo, con la tappezzeria dell’ottomana drappeggiata attorno ai fianchi rococò portati in giro da due stivali presi di peso da Vado l’ammazzo e torno. Parla a voce alta con tono strascicato, e si mette proprio alle mie spalle, annichilendo la mia già compromessa capacità papillare. Non potrò raccontare la mia esperienza di quella sera, perchè da quel momento tutto avrà il sapore del polietilene.
Dunque, avvio seduta stante una raccolta di firme per una legge d’intenzione popolare: sanzioni per le Signore Che Si Profumano Troppo E Poi Vanno Impunemente Al Ristorante. Allo studio un arnese di altissima tecnologia, il nasòmetro, che sarà utilizzato per fermare questo disdicevole fenomeno. Quale di queste punizioni infliggereste a chi sarà trovata positiva al controllo?
1. Cena di sette portate in compagnia di dodici impiegati del catasto di Cuneo appena sbarbati e rifiniti ad Aqua Velva Ice Blue Williams.
2. Pranzo di quattro portate ma molto abbondanti in compagnia di otto addetti ai traslochi della Cooperativa Movimentazione Manuale Merci di Ciampino, tutti a torso nudo ed ascella cespugliosa. Il pranzo sarà officiato dopo un servizio nel mese di luglio.
3. Corso di trentadue lezioni sulle innumerevoli varietà di rosmarino selvatico endemiche nella provincia di Belluno, con obbligo di riconoscimento cieco.