Oggi parliamo del nuovo locale supertrendy di Roma: Baccano. Anzi, no. Oggi parliamo del dilagare di un format piuttosto confuso, già tra le tendenze della Capitale da diversi anni. Per chi non lo conoscesse, riassumo così il complicato concept:
– non è un bar,
– non è un ristorante,
– non è un’enoteca,
– non è un dopo teatro,
– non è una sala da tè, da caffé, da cioccolata calda e pasticcini
– non è un cocktail bar.
E’ l’insieme, shakerato, di tutto questo.
La nascita di Baccano, al primo mese dal varo in via delle Muratte 23 – a due passi da Fontana di Trevi – non ha stupito più di tanto il popolo di mangiatori romani, già viziati dall’offerta di almeno 3 posti simili nati negli ultimi 10 anni. Oltre al resto, questi locali hanno in comune l’intraprendenza di investitori facoltosi, le location strategiche, l’arredamento fashion scopiazzato ma impeccabile, e l’hamburger di carne piemontese a 18€, moneta più moneta meno (concedetemi la boutade).
Vediamoli nel dettaglio:
Primo in assoluto, Gusto: due ristoranti, la pizzeria, il wine bar, l’emporio libreria, la formaggeria, il negozio dei vini, l’osteria e la caffetteria.
Segue Settembrini: bar, tavola calda, enoteca, cocktail bar, pasticceria, gelateria, centrifughe di mezzanotte, libreria con serate a tema e l’apprezzato ristorante gourmet.
Più recente e rivestito di maioliche in stile metrò di Parigi, il Caffè Propaganda. Nel dettaglio: bar, cocktail bar, ristorante a tutte le ore, pasticceria, sala da tè, enoteca con selezione di vini naturali e pasticceria con chef francese.
E infine, con principio di mal di testa, il neonato Baccano, spudoratamente identico al famoso Balthazar di New York. Si tratta di bar, cocktail bar, ristorante a ogni ora, enoteca con champagne alla mescita e tutto quello che hanno gli altri per non sbagliare.
Ciascuno di questi locali è nato con le migliori intenzioni. Menu mai banale e volontà di offrire una scelta ampia e di buona qualità. Servizio gentile, possibilmente professional, ricerca del clienti eno-gastronomicamente consapevole. L’impronta dichiaratamente internazionale strizza l’occhio a un turismo selezionato, prezzi consistenti ma non impossibili, ambienti belli, comodi, curati nel dettaglio. Ma… c’è un ma.
Un locale così concepito, dalle molteplici forme e a orario continuato, è una macchina dall’organizzazione mostruosamente complessa. Il personale smette di essere gentile e preparato a pochi giorni dall’apertura perché stressato da turni improbabili, il ricambio è per forza di cose continuo. La proprietà fatica a gestirlo a causa dei continui cambiamenti. Stesso discorso per la cucina, a eccezione di Settembrini, costretta a produrre a ritmi serrati senza più l’attenzione promessa dai menù patinati. Anche l’atmosfera internazionale non regge e crolla sotto il peso di un saper fare che non ci appartiene, che ha successo oltreoceano ma che qui non trova una sua dimensione, soprattutto nella gestione di molti coperti dal ricambio costante.
E’ probabile che il cliente consapevole continui a preferire il piccolo locale specializzato, coccolato dal proprietario e alleggerito da un rapporto prezzo/felicità più vantaggioso. Ma, come sempre, potrei sbagliare.
Chiedo dunque a voi: Siete stati da Baccano, al Caffè Propaganda o in locali simili? Ne esistono di simili al di là del raccordo anulare? Qual è la vostra opinione o meglio ancora, la vostra esperienza diretta? Resto in ascolto.