In un quarto d’ora di dettagliatissima spiegazione non saprei dirvi cosa succede al Carnevale di Venezia, so solo che inizia oggi alle 19 con il Grand Brindisi (bel nome!) e prosegue fino all’8 Marzo.
In mezzo una gran profusione di maschere, fritole (frittelle) e cicheti (stuzzichini). Siccome qualcuno potrebbe capitarci, magari torna utile un elenco di locali frequentabili, ‘che a Venezia son rari. Allora mentre vi fate venire in mente qualche nome da aggiungere nei commenti, procediamo con un’altra infornata di indirizzi.
NARANZARIA. Se devo indicare a un non indigeno dove si trova Campo San Giacometo taglio corto: “scavalca il ponte di Rialto e gira l’angolo”. Ora, proprio lì, al tramonto, per gli imprevedibili flussi di sintonia che si mettono in moto in certi momenti, sembra ritrovarsi praticamente ogni veneziano tra 20 e i 40 anni. L’imperativo è scrollarsi di dosso la settimana e stappare una bottiglia di vino locale con gli amici. Le guide non hanno fatto in tempo a segnalare il fenomeno perché abbastanza recente, ma non è detto che duri a lungo. Ritrovo di riferimento della nuova movida giacometese è Naranzaria (San Polo 130), la sola osteria che alle glorie veneziane tipo la polenta all’anatra unishe i patti sushi e tabulé. Curiosità: le naranzarie erano i magazzini per la conservazione degli agrumi.
CANTINONE GIA’ SCHIAVI. Se fritole di Carnevale a parte, il vero motivo per cui siete a Venezia è cichetare (leggi: andare per cicheti, gli stuzzichini veneziani), allora dirigetevi verso il defilato quartiere di San Barnaba, nel sestiere di Dorsoduro, e ordinate un bicchiere di Amarone all’Enoteca Gia Schiavi (Dorsoduro, San Trovaso, 992). Poi, se il tempo lo permette, uscite fuori, sedetevi e ciondolate i piedi dal ponte accanto agli artisti o alle coppie di giovani veneziani doc che si ritrovano per ciacolare prima di cena. Qualcuno vi dirà che Brad Pitt e Angelina Jolie sono stati qui con i loro bambini. Carramba! QUANTO SI SPENDE. Cicheti a 1 €, bottiglie di vino da 10 € in su.
AL VECIO MARANGON. All’intersezione di certi vicoli secondari, per trovare Al Vecio Marangon (Campiello Centro Pietro, Dorsoduro 1220), nato da poco ma già riferimento per i cacciatori di bacari (da far bacàra, baldoria, mangiando e bevendo in compagnia) basta dirigersi verso i festosi capannelli di giovani dalle t-shirt creative che arrotolano sigarette in prossimità dell’ingresso. Dentro è uno spasso: una minuscola cicheteria con pochi tavoli in legno, la cucina a vista e una carrellata di piatti e piattini da perdere la testa. Non basta, il bello è che si può scialare anche a Venezia, i prezzi sono assolutamente onesti. Rito obbligatorio: il baccalà mantecato con un buon vinello fresco. QUANTO SI SPENDE. 30/35 €.
ANTICHE CARAMPANE. A dispetto del *nome, una specie di nick per le prostitute che affollavano il centro di Venezia nel 1300, Antiche Carampane (San Polo, 1911), è il tipo di locale romantico dentro cui hai sempre sognato di infilarti una volta nella vita. Anche la zona, subito passato Campo San Polo, è insolitamente tranquilla. Per arrivarci è possibile che vi perdiate, cosa che a Venezia fa parte del gioco, può aiutarvi cercare il cartello scacciaturisti esposto all’ingresso: “No Lasagne, No Pizza, No Menù Turistico”. I camerieri vi accolgono con una colorita recita del menù, cui, di solito, fa seguito il dolce tormento degli antipasti di pesce, crudi e cotti. Una volta qui, i veneziani difficilmente rinunciano alla triglia dell’imbriago col vino rosso. QUANTO SI SPENDE: 50 €. *Si chiama così perché ha un torbido passato da bordello.
OSTARIA DA RIOBA. Il più risolutivo indirizzo della città per il risotto o la polentina con le schie (i gamberetti della laguna) si trova al 2553 di fondamenta della Misericordia, sestiere di Cannaregio, e deve il nome al celebre facchino di pietra di Campo dei Mori. Si viene all’Ostaria Da Rioba anche solo per lo spritz, ma quando senti snocciolare da Eloisa Milner, la proprietaria, piatti promettenti come il polpo lesso, la crema di zucca con i funghi chiodini, gli spaghetti con scampi alla busara, i tonnarelli neri con il pesto di pomodori secchi, realizzi che andare in altri posti non avrebbe senso. QUANTO SI SPENDE. Non abusando della carta dei vini la spesa è di 35/40 €.
LINEADOMBRA. Non è il solo ristorante moderno di Venezia, ma probabilmente il migliore. Moderna anche la cucina: quando il tempo lo consente ci si accomoda nella decadente terrazza galleggiante con vista sulla Giudecca per mangiare la millefoglie di scampi con cipolle e mele verdi. Al contario, se il tempo non consente, una volta arrivati alle Zattere, verso la Punta della Dogana (Dorsoduro, 19) chiedete un tavolo all’interno dove mangiare estetizzanti piatti veneziani tra legno, acciaio e un soffuso accompagnamento musicale. Guardando fuori dal Lineadombra, più che a Venezia penserete di essere ad Amsterdam. Lineadombra offre una delle cantine più fornite d’Italia. QUANTO SI SPENDE. 50/60 €.
PASTICCERIA TONOLO. Quando sei a Venezia fai come i veneziani… allora, prego, dirigetevi con fiducia verso l’affollata Pasticceria Tonolo (Dorsoduro 3764 in Calle San Pantalon), cui è attribuibile una delle esposizioni di torte secche (sacher, crostate, plum cake, petit flour), pasticceria mignon e monoporzioni (mousse al cioccolato, bavarese ai lampini, tiramisu) più letali della città. Ma essendo a Carnevale torna utile ricordare che da Tonolo si viene soprattutto per le proverbiali frittelle allo zabaione. QUANTO SI SPENDE. Prezzi poco veneziani, 1 euro per un bombolone.
ALLE TESTIERE. Tutti sappiamo cosa si dice di Venezia, una città splendida dove mangiamo male e a prezzi esagerati. Reputazione meritata e per certi versi inevitabile, intendiamoci, ma dire che tutto fa schifo non è un servizio alla realtà, è una masturbazione. Lo dimostra la giovane gestione di questa minuscola sala (9 tavoli) specializzata in solidi piatti di pesce. Prezzi trasparenti, ingredienti locali, impegno nel mantenere la tradizione veneziana. Per i calamari con le castrature uno potrebbe venirci apposta a Venezia, ma l’elenco dei piatti che cambiano la vostra idea di come si mangia in città passa dal baccalà mantecato agli gnocchi ai calamari, fino ai ravioli di zucca al nero di seppia, accoppiati a eccellenti vini locali come l’Orto o il Sant’Erasmo. Trovate Alle Testiere in Sestiere Castello, 5801, prima di andarci però ricordatevi di prenotare. QUANTO SI SPENDE. 35/40 €.
VECIO FRITOLIN. Siccome è il momento dei bacari, il rischio di bacarizzare tutto è elevato, distinguiamo. Un fritolin è un locale storico che ha mantenuto l’usanza di friggere il pesce e soprattutto, di servirlo dentro il cartoccio da asporto. Non c’è solo questo nel ristorante prediletto da Johnny Depp e Angelina Jolie durante le riprese del film The Tourist, la scelta degli ingredienti è seguita con attenzione da Irina Freguia, la proprietaria, e la presentazione dei piatti è molto accurata. Il Vecio Fritolin, che si trova in Calle della Regina 2262 nel sestiere Santa Croce, è stato segnalato anche nell’ultima edizione della Guida Michelin. QUANTO SI SPENDE. 45/50 €.
CAFFE’ ROSSO. Uno dei bar di Campo Santa Margherita, il campo “più famoso di tutta Venezia” per gli universitari di Cà Foscari e Cà Rezzonico, che in estate, quando il bar è aperto tutto il giorno, prendono d’assalto i tavolini sulla piazza per un caffè o una fetta di torta. Immancabili cicheti e ombre (bicchieri di vino) ovviamente, oltre a una buona selezione di vini locali. Servizio veloce specie al tramonto, quando i tavoli del bar sono particolarmente ambiti per l’aperitivo. QUANTO SI SPENDE. Spritz a 2 €, cocktail a 4/5 €, prezzi aumentati per chi si accomoda all’aperto.
[Crediti | Link: Naranzaria, Antiche Carampane, Ostaria da Rioba, Lineadombra, Facebook, Alle Testiere, Vecio Fritolin. Immagini: Guardian, Facebook, New York Times]