Esclusiva Dissapore. Per l’undicesima sfida del 1° Campionato Italiano della pizza si torna in Campania. Oggi protagonisti i Fratelli Salvo a San Giorgio al Cremano e Salvatore alla riviera di Napoli.
Salvo pizzaioli da tre generazioni
Sarà banale ma l’associazione mentale è obbligata: San Giorgio al Cremano uguale Massimo Troisi. Da Napoli bastano 20 minuti di treno lungo la Circumvesuviana, pratica ma non proprio invitante, per essere pronti a ricominciare. Più che da tre (cit.), da una tra le “ultra-pizze” più celebrate dell’ultimo anno, quella dei fratelli Salvo, pizzaioli da tre generazioni.
Pizzeria spostata qui nel 2006 ma tradizione familiare che risale al secondo conflitto mondiale con la specialista delle pizze fritte, nonna Rosa, e passa per una pizzeria aperta a Portici, vicino Napoli, nel 1968. Interno dallo stile vagamente rustico, il rosso porpora che veste i tavoli contraddistingue l’ambiente caldo e familiare. Mi siedo sul “terrazzo” e chiedo, ovviamente, una margherita con bufala.
– Aspetto visivo: disco ampio e strabocchevole con cornicione in rilievo, superficie piacevolmente ruvida, tenue effetto maculato.
– Cottura: omogenea.
– Impasto/consistenza: a tratti soffocata l’alveolatura dell’impasto comunque morbido come una carezza.
– Leggerezza/digeribilità: mediamente digeribile.
– Sapore: molto gustosa. A parte l’impasto, la dolcezza del pomodoro e la corposità della mozzarella di bufala fanno la loro parte.
– Vino/birra: offerta sorprendente per una pizzeria. La birra artigianale è declinata nelle sue espressioni migliori, una carta dei vini così, incentrata sulla Campania, si associa più a un ristorante di livello.
– Servizio: veloce, efficiente e gentile.
– Prezzo: € 5,50
– Giudizio: pizza gustosa e carezzevole nell’impasto non perfettamente lievitato.
Prezzo medio: 10/15,00 €
Voto: 90/100
Ristorante Pizzeria Salvatore alla Riviera
Fronte mare nel signorile quartiere di Chiaia c’è Salvatore alla Riviera, pizzeria di lungo corso evoluta in ristorante come usa da queste parti, che dal 1955 sforna una delle pizze più decantate della città.
Vista da fuori la pizzeria non ha l’aria di essere un mastodonte, in realtà si sviluppa su due piani con un discreto labirinto di sale. Stile insolitamente sobrio, trofei esposti quasi nessuno, l’insieme si fa apprezzare per una moderata eleganza. Mi accomodo, ordino la margherita con bufala d’ordinanza.
– Aspetto visivo: disco piccolo quasi trattenuto, cornicione poco pronunciato, presente l’effetto maculato.
– Cottura: abbastanza uniforme.
– Impasto/consistenza: cornicione sodo e croccante, impasto morbido tuttavia poco spugnoso con tendenza a sfilacciarsi.
– Leggerezza/digeribilità: non particolarmente digeribile.
– Sapore: mi aspettavo di più, niente ormoni, sapore tutto sommato banalotto.
– Vino/birra: classiche lager nazionali tra le birre, più ampia la carta dei vini.
– Servizio: veloce e cortese.
– Prezzo: € 6,50
– Giudizio: pizza dall’impasto ben realizzato ma sottotono nel sapore.
Prezzo medio: € 15/20,00
Voto: 74/100
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[Gli editor del 1° Campionato della pizza sono: Carmelita Cianci, Fabio Cagnetti, Adriano Aiello e Andrea Soban. Immagini: Carmelita Cianci]
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