I ristoranti di culto non sono più quelli di Heston Bluementhal o Gordon Ramsay, perché il vero tormentone estivo resta la crisi e l’idea che Londra sia zona “recession-free” pare stravagante. Piuttosto Pitt Cue Co, che vende enormi hamburger e pulled pork (straccetti di spalla di maiale) a 7 sterline in un camion mobile sotto l’Hungerford Bridge (in centro, tra Waterloo Bridge e Westminster Bridge).
Per queste Olimpiadi c’è un inizio di movimento tipo “ci vado ma tengo d’occhio lo spread” e chi siamo in fondo noi per non assecondarlo. Eccovi allora 10 cose a tema food scalettabili senza svenarsi.
1. Adeguarsi al fish&chips.
Alle spalle di Covent Garden c’è Rock&Sole Place, localetto semplice che frigge fish & chips dal 1871. Per il pesce scegliete tra cod e rock a haddock, abbinato a una buona dose di chips fresche tagliate a mano, con buona pace di McDonald’s e delle sue olimpiche esclusive.
Rock&Sole Place, 47 Endell st (metro Covent Garden)
2. Perdersi in un department store (grande magazzino)
Obbligatorio una volta nella vita sbalordire per la magnificenza della food hall di Harrod’s. Se il pienone vi rende ansiogeni un’alternativa è Fortnum & Mason con una mostruosa selezione di thè e confetture, o Selfridges dove alternare l’obbligatoria visita al fornitissimo cook store con uno dei migliori Salt Beef (manzo sotto sale) della città.
3. Mangiare il superhamburger.
L’effetto superhamburger o hamburger gourmet, da noi all’inizio (vedi Ham Holy Burger) oltremanica è una realtà conclamata. Interni curati, pane all’altezza, carne saporita, la scelta è ampia ma il Byron di Kensington High Street svetta per l’aria rassicurante, e la carne scozzese alla griglia buona da abboffarsi.
4. Leccare un gelato (famolo strano).
Lo dico forte: The Icecreamists. Non la migliore gelateria di Londra nel senso ortodosso del termine (comunque ottima), se vogliamo poco rassicurante con gli interni nero-fucsia e un teschio per marchio. Ma in quale altro posto trovate un ghiacciolo all’assenzio fatto con l’acqua benedetta di Lourdes?
The Icecreamists, 23/47 the market building south piazza Covent garden
4b. Leccare un gelato.
La Gelatiera è un angolo d’Italia tranquillizante (dopo The Icecreamist ci vuole) tra Leicester Square e Covent Garden: gusti classici e raffinati come birra St. Peter Best o Sharon Fruit, una rara varietà di kaki coltivata in Israele, e una contenuta proposta di pasta artigianale.
La Gelatiera, 27 new row (metro Leicester Square)
5. Cercare un bagel alle tre di mattina.
Esperienza spirituale. Si va fuori orario in un’istituzione londinese, il Beigel Bake, panificio sempre aperto, anonimo, con la polvere di farina che esce dal laboratorio e i prezzi popolari. Un posto simile poteva sopravvivere solo a Brick Lane. Si ordina un bagel (ciambella) con la carne dentro, the salt beef on rye, o con il salmone, anche vuoto. L’effetto posticcio in stile California Bakery è scongiurato.
Beigel bake, 159 Brick Lane (metro Liverpool st.)
6. Compiacere il nostro lato femminile con un macaron.
Qui parla un seguace di Pierre Hermé, pasticcere francese dei cui macaron abboffarsi complusivamente anche a Londra. Ben due le boutique. Non comprare la bellissima confezione di macaron olimpici, malgrado il prezzo folle, richiede autentico equilibrio mente-corpo, ma il mini-sacchettino è alla portata di molti. Per anglofoni a ogni costo c’è Hummingbird Bakery, paradiso londinese dei cupcakes all’americana.
7. Bere una rinfrescante pinta di ale.
Qui la birra è una cosa seria, soprattutto le birre Ale ad alta fermentazione spillate dagli impianti a pompa nei tradizionali pub inglesi, difese dall’attacco delle lager d’importazione con una campagna di sensibilizzazione (la CAMRA), mica chiacchiere. Infilatevi in un pub, ordinate birra inglese, abbinatela a uno bell’arrosto fumante e viva l’istinto di conservazione.
8. Pranzare in un mercato.
Ogni domenica, (più o meno) tutte le cucine del mondo si danno appuntamento al Sunday (up) Market, in una fabbrica di birra dismessa di Brick Lane, la Old Truman Brewery. Una passeggiata surreale tra piatti birmani, nepalesi, giapponesi, italiani, greci, indiani, thai, caraibici. Se non è domenica accontentatevi del Borought Market (pranzo dal lunedì al sabato, solo farmer’s market venerdì e sabato) che è soltanto uno dei mercati alimentari più belli del mondo.
Sunday Up Market, The Old Truman Brewery 91 Brick Lane (metro Liverpool st.)
9. Comprare succhi bio (e molto altro) da Whole Foods Market.
Anche io vittima della sindrome del cibo naturale e biologico non posso non suggerire un giro nei supermercati della catena americana Whole Foods Markets, attrezzati per appagare ogni desiderio: frutta, verdura, carne e dolci. E al ritorno, mi raccomando, lasciatevi casualmente sfuggire un molto mondano “non hai visto quello nuovo a Piccadilly, che peccato, è bellissimo”.
Whole Food Market, 20 glasshose street (metro Piccadilly circus)
10. Conoscere Busaba Eathai una volta per tutte.
All’ingresso del Parco Olimpico vi attende il nuovo centro commerciale Westfield Stratford City con il suo cosmo di ristoranti. In pratica sono solo catene, ma alcune –mai viste in Italia– diabolicamente interessanti. Io voto Busaba Eathai, il ristorante Thai aperto nel 1999 da Alan Yau, replicato a Londra nei minimi dettagli. Design esotico con lunghi tavoli in legno decappato e panche, menu a base di curry verde, papaya, pane aromatico, verdure e salse piccanti. Niente fronzoli, turnover veloce e prezzi per tutte le tasche.
Busaba Eathai, 6 Chestnut Plaza stores at Westfield Stratford City
Angolo bambini.
Non pensate di lasciare Londra senza aver portato il bimbo all’M&M’s world di Leicester Square. Tre piani irresistibili di cioccolatini colorati declinati in ogni forma possibile. Non molto gourmet? Al premier delle vostre vacanze, il frugoletto insomma, non interessa granché. Piuttosto, mettetevi in posa per una foto con gli omini M&M’s a grandezza naturale, ve lo ha appena ordinato.
M&M’s world, 1 Swiss Court (metro Leicester square)
[Crediti | Immagini: Andrea Soban, Culture.gov.uk, The Icecreamists]