Ogni sabato Dissapore raccoglie i pareri degli esperti che scrivono di ristoranti per i giurassici giornali di carta e vi chiede di metterli in classifica.
ENZO VIZZARI, La Ciau del Tornavento, Piazza Baracco, 7 – Treiso (Cuneo). Tel. 0173 638333.
Alba Power! Nostalgico, il reuccio della critica gastronomica rispolvera le origini piemontesi su L’Espresso di questa settimana citando Alba ”distretto della gourmandise ricco e articolato che offre vini tra i migliori del mondo”, mica cotiche. Segnalazione fuori schema per il ristorante Piazza Duomo dello chef Enrico Crippa, “luogo eccezionale del mangiare”. E poi è Ciau del Tornavento.
LA CIAU DEL TORNAVENTO SI. Terrazza sulle Langhe senza eguali, sala ariosa ed elegante, cantina da mille e una notte (in minuscolo, alla faccia del classico letterario). Splendidi i tartufi, il filetto di vitella con filoni ed animelle, i piatti di pesce a regola d’arte.
LA CIAU DEL TORNAVENTO NO. Nulla di segnalato.
CONTO MEDIO: 60 euro alla carta, menu degustazione a 60 e 80 euro.
EDOARDO RASPELLI, La Fiaschetteria, Località Bersano, 59 bis – Besenzone (PC). Tel 0523 830444.
Ma santa pazienza Edoardone nostro, non è mica arrivato dalle tue parti “Scipione”? Non senti che caldo che fa? Okay, la cucina molecolare non fa per te, ma con 40° c’era proprio bisogno di immolarsi a Besenzone (Piacenza) tra zanzare e culatello?
LA FIASCHETTERIA SI. “Luogo di immaginifica bellezza”, così, tanto per volare basso. “Una grande casa secolare, accanto gli antichi fienili della cascina”, e dentro “il fascino singolare di una perfetta unione tra arredo antico e moderno”. Va bene la poesia Raspelli, ma si mangia? Sì, promossi ”la carne cruda di bovina Piemontese, il loro culatello, le capesante saltate, i ravioli di spalla cotta, l’antico savarin di riso ricoperto di lingua salmistrata”.
LA FIASCHETTERIA NO. Ragazzi dobbiamo andare a La Fiaschetteria. Un locale esente dalle critiche di Raspelli non si era mai visto.
CONTO MEDIO. 80-90 euro compreso il vino, 60 euro il menu degustazione.
GAETANO CAPPELLI, Al Ceppo, via Panama, 2 – Roma. Tel. 06 85301370.
Su Sette, l’inserto del Corriere della Sera, per la rubrica “Cibo e oltre” Camilla Baresani chiede 3 ristoranti del cuore allo scrittore e buogustaio, Gaetano Cappelli. Tra gli altri, l’autore di “Storia controversa del vino Aglianico nel mondo” sceglie Al Ceppo nel “quartiere più elegante di Roma”.
AL CEPPO SI. “Ristorante privo di chef ingombranti”. E io che mi pensavo gli chef famosi aiutassero. Perfetti i piatti tradizionali tipo carni e pesci alla griglia, e le piccole invenzioni “come la carbonara al tartufo d’Alba”. Cantina ricchissima.
AL CEPPO NO. Nulla di segnalato. Buonismo a profusione questa settimana, cos’è, il caldo rende inoffesivi?
COSTO MEDIO. 60-70 euro.
GIANNI MURA, Amarina, via Armando Diaz, 2 – Trieste Tel. 040 3229196.
Tutti gli intellettuali amano Trieste. Non fa eccezione il barbuto giornalista milanese che sul Venerdì di Repubblica sceglie un indirizzo di culto per il pesce, dove “se soffia la bora per tre giorni servono filetti di manzo”.
AMARINA SI. Granseole (che da sole valgono il viaggio), crudo in grande varietà. Buono il risotto alle vongole veraci, a Trieste dette “caperozzoli”, gli scialatelli con ragù di polpo, il fritto misto di paranza. Il proprietario è una garanzia, se il pesce non è fresco non lo serve, semplicemente.
AMARINA NO: Nulla di segnalato. E vabbè, ma allora ditelo.
CONTO MEDIO. 50-55 euro escluso vini
E per finire, la vostra personale classifica della classifica degli esperti. Vale un solo criterio: quanta voglia di provare il ristorante vi è venuta leggendo la recensione. In altre parole: in quale di questi locali andreste subito e quali invece possono attendere?