La granita è una delle grandi gioie gastronomiche siciliane. Una tradizione originata dal dominio arabo e diffusa dai nevari, i venditori di ghiaccio che trasportavano blocchi di neve dalle pendici dell’Etna. Questo prima del frigorifero. (Trovate qui una bella storia del Dolcissimo ghiaccio). Le granite possono essere più o meno dolci e avere consistenze diverse, ma secondo gli esperti le migliori provengono dalla parte orientale dell’isola. Quelle alla mandorla e al caffè si preparano tutto l’anno, quasi sempre servite al bicchiere, con una brioche che ha lo scopo di tirare su la granita. Sorta di cappuccino alla siciliana, si prende, non a caso, al mattino.
Sono stato a lungo tifoso delle meravigliose granite del Bar Roma, a Sciacca, per non parlare del Caffè Sicilia a Noto (squisita pure la brioche con sopra il classico bonbon), quest’estate il mio cuore si è diviso tra la granita di Irrera , pasticceria in Piazza Cairoli, a Messina, dal 1910, e sacrilegio!, oltre lo stretto, quella di Cesare a Reggio Calabria, con puntate dal giovane outsider Rinaldo a Parghelia, in provincia di Vibo Valentia. Continuando a sconfinare, ma questa volta nelle isole, l’indirizzo imperdibile a Stromboli è il Ritrovo Ingrid in piazza San Vincenzo. Mentre a Salina nemmeno Sean Connery resiste alle polpose granite alla mandorla di Alfredo, in piazza Marina Garibaldi, Lingua.
Oltre a mandorle e caffè, bisogna provare una volta nella vita le granite all’arancio rosso, ai gelsi, al mandarino, ai fichi d’India, alla mora di rovo.
Ho dimenticato per caso la vostra granita del cuore, dove l’avete gustata?
[Immagini di Simona Mazzarone]