DOVE | Nella rive gauche fiorentina, in San Frediano, vicino alla porta omonima.
CHI | Aria nuova in città, lo scorso 4 dicembre Matteo Fantini e Nicolò Baretti hanno dato vita a un locale che porta aria nuova in città. Il primo è il proprietario che proveniene dalla moda, uno nuovo del mestiere. L’altro è Nicolò Baretti, chef, 23 anni, esperienza in un ristorante blasonato come “Caino” a Montemerano (GR), gran senso estetico e personalità da vendere.
COME | I tavoli chiari senza tovaglie o tovagliette sono (troppo) vicini, una lucente pelle nera riveste i divanetti addossati ai muri in mattoncini dipinti di bianco, ravvivati da alcuni quadri molto singolari, splendidi disegni con tanto di forma e ordine degli ingredienti che spiegano i piatti dello chef. Dalla stanza lunga e stretta che ci accoglie, una ripida scala conduce all’enoteca-cave, organizzata alla perfezione, con un occhio di riguardo per le etichette dei piccoli produttori.
COSA | Menù aglile e rigidamente stagionale, SENZA PASTA (un azzardo?). Per ogni prodotto impiegato è specificata la provenienza, scopro così che sono quasi tutti toscani, la Cinta Senese viene dalla Macelleria Chini della mia Gaiole in Chianti. Si sceglie tra due menù degustazione: “…in 4 assaggi (3 piatti + un dolce)” a 40 euro, “… in 6 assaggi (5 piatti + un dolce)” a 55 euro. Oppure alla carta, scegliendo tra pesce, carne, verdure e formaggi. Nota positiva: ogni tavolo può creare il menù degustazione come meglio crede. Carta dei vini ampia che rimarca la centralità toscana, ricarichi in linea con i prezzi del menù, chinotto Lurisia e birre artigianali (Del Ducato e Lambrate) a completare l’offerta.
Le mie scelte: palline di olive e una goduria di baccalà come aperitivo. Insalata di mare calda con panzanella e gelato di asparagi per il quale potrei tornare in b.go san Frediano all’istante. Il cestino del pane è una miscela di fraganze calde, tiepide, speziate, dolci, morbide, gnam! Seguono baccalà cotto-crudo con fagiolini e crema di basilico, carpaccio di controfiletto con porcino, crudo di carciofi e maionese. Assaggio un paio di piatti dal menù degustazione delle mie commensali, come non farsi tentare dal lampredotto a Firenze? Questo è mantecato al croccolo (un formaggio) con crema di finocchi e olive, irriverente ma buono. Altro remix di un classico toscano, gli gnudi di ricotta e pecorino erborinato con crema di piselli e cecina, molto invitanti. Difendo il mio dolce dagli attacchi delle amiche, buoni anche gli altri ma il gelato al sedano, crumble di noci e carote candite oltre a che insolito, dà assuefazione. I vini che ho scelto, al bicchiere, sono un Pinot Noir, Friuli Sauvignon di Renzo Sgubin 2009, un Vermentino di Gallura Taerra 2009, e un “Ramandolo” Ronco Vieri del 2008 con i dolci.
PERCHE’. Dice l’esperto che IO, Osteria Personale non è imprigionato, almeno per ora, in quelle piccole furberie di chi è costretto per forza a fare business. Aggiungo che mi hanno conquistata il nome, l’aria semplice e insieme cosmopolita, cui non nuoce il fatto che il servizio pur desacralizzato resti corretto, anche se altri lo trovano un po’ lento. Emerge il talento dello chef, Nicolò Baretti è definitivamente uno da tenere d’occhio.
Io osteria personale b.go san Frediano 167r, telefono 055-9331341, chiuso a pranzo e domenica.
[Crediti | Link: Repubblica Firenze, Quinto quarto, immagini: IO, Osteria Personale, Stefania Pianigiani, Porzioni Cremona]