Il sandwich compie 250 anni, esiste persino il Sandwich Day, che si festeggia il 3 novembre. Dicono che sia venuto al mondo nel 1700 dalla mente perversa di John Montagu, il conte di Sandwich (contea di Kent) che si inventò questo tramezzino alto per non dover abbandonare il tavolo da gioco durante le sue lunghe partite a carte. Già mi vedo queste improbabili tresche con i nobili signori seduti al tavolo che si insozzano le giacche addentando i pluri strati del sandwich.
Gli ingredienti di allora non sono ben definiti, quelli di oggi sono storia per il nostro palato. Soprattutto quelli del club sandwich, il più famoso, amato, festeggiato, copiato. La ricetta originale (inventata nel Saratoga Club House a Saratoga Springs vicino a New York) prevede tacchino, lattuga, pomodoro, bacon, maionese racchiusi tra due fette o tre di pane bianco in cassetta tostato. Un taglio inclinato che divide il panino in due triangoli e il club sandwich è servito. Le versioni ghiotte prevedono l’aggiunta di uovo sodo, Benedetta Parodi ci mette l’oliva sfiziosa, lo chef Andrea Berton ingaggiato dal consolato britannico al Salone del Gusto di Torino ci ha messo controfiletto crudo, tabasco, cipolla rossa e maionese alle erbe. Io sono una fissata, un’appassionata, un’amante del genere e ammetto che se non ci trovo le chips croccanti vicino, mi intristisco.
A rendere il Club Sandiwich famoso e popolare nel mondo ci ha pensato Edoardo VIII, il famoso zio della Regina Elisabetta che rinunciò al trono per sposare la “borghese” Wallis Simpson. Era uno dei suoi piatti preferiti e Wallis ripeteva spesso in pubblico che come lei, nessuno sapeva prepararlo. In Italia, Gabriele D’Annunzio, l’ha chiamato “Tramezzino” che sandwich proprio gli stonava. A Roma il tramezzino è un’istituzione. A Milano, purtroppo niente tramezzini ma solo Club Sandwich. Si giocano il trono per il migliore alcuni locali e i soliti lussiosi hotel internazionali che, tanto per non sbagliarsi, lo vendono a sontuose cifre.
Come l’Hotel Park Hyatt di Milano che ha dalla sua premi e riconoscimenti proprio per il miglior club sandwich al mondo. Di fatto la ricetta è quella tradizionale, ma gli ingredienti sono selezionati con rigore, tanto che hanno dovuto disturbare anche il tacchino maschio di razza spagnola per essere i migliori. Risultato ottimo davvero ma portafoglio indebolito. 27 €.
All’Hotel Sheraton Diana Majestic ne ho mangiato uno memorabile qualche anno fa. Purtroppo non ricordo il prezzo esatto, ma sarà quello tipico degli hotel (dai 15 ai 25 € da verificare, lo farò presto.)
A Le Gitanes Bistrot (via Forcella 2) risultato buono e meno dispendioso. 10 €.
California Bakery (viale Premuda e altri indirizzi) propone un buon Big Club Sandwich con triplo strato di pane ai 5 cereali e crispy bacon a 11 €.
Per finire, se volete consumare fuori dall’Italia, Traveller stila la classifica dei migliori Club Sandwich del globo, suggerita dal globe-trotter Paul Richardson
1. Parigi, Le Meurice
2. New York, The Mark
3. Tashkent, InterContinental
4. New Delhi, The Metropolitan
5. Los Angeles, Spago Beverly Hills
6. Las Vegas, Guy Savoy
7. Londra, Claridge’s Hotel
8. Berkshire, Waldo’s Restaurant Cliveden
Amanti del club sandwich, fuori i vostri indirizzi. Io i miei ve li ho dati. Oppure, rivoltosi sostenitori del tramezzino tonno e carciofini tirate fuori le unghie e anche se qui si parla di club sandwich, diteci dove si mangiano i migliori tramezzini nella capitale.
[Crediti | Link: Focus, Vanity Fair, immagine: My slow burning life]