Non sempre nei quartieri suggestivi di Roma, quando ci si appresta ad aprire una nuova attività di gastronomia, si fa lo sforzo di darsi una credibilità e uno spessore attraverso la scelta di materie prime ottime o di professionisti adeguati, perché non ce n’è bisogno. La gente ci casca dentro. Molti ristoratori fake della zona, per anni non ne hanno mai visto la necessità, campando di rendita con i malcapitati turisti. Da ieri invece, turisti e non, potranno cadere a cuor leggero in uno dei locali su Via Urbana: Tricolore.
Una bellissima panetteria gourmet travestita da scuola di cucina. O una scuola di cucina travestita da panetteria gourmet. Di giorno si fanno pani e panini (dai 7€ ai 18€) mentre la sera si può imparare a farseli da soli, con un intera generazione di panificatori al vostro fianco. Franco Palermo, maestro di Gabriele Bonci e ghostpanettiere di mezza Roma, è l’anima del pane di questo posto: tutti e due si alterneranno alla guida dei corsi, per insegnarvi l’arte del lievito in barella (tutti e due chiamano così le teglie). Il primo forno biologico a Roma aprì nel 1989, indovinate di chi era? Di Franco Palermo. Vi sembra un dettaglio trascurabile? Ieri ci ho parlato, e vi assicuro che è un grande professionista con la scintilla della curiosità e la solidità di un macigno. E se non ha la farina francese che ha scelto dopo anni di esperienza, non le fa mica le baguettes! Vi segnalo i croissant francesi veramente francesi (dalle farine alla mano di chi li realizza sotto la supervisione di Franco), e le farciture dei panini rubate all’alta cucina, come recita il claim del locale.
Il posto è molto yeah, in un quasi total white che ti aggredisce un po’, anche se l’ambiente è molto intimo e raccolto. Ad ogni modo, se andate di fretta non dovete neanche entrare, hanno una bellissima finestrella che si affaccia sulla via, per servirvi tutte le loro specialità a emporter. Curiosità: la prima lezione di cucina si è tenuta ieri, in occasione dell’inaugurazione. Massimo Bottura ha cercato di tenere una lezione per 9 persone, sotto l’assedio della folla di curiosi.
Foodblogger e personaggioni dell’enogastronomia (Paolo Parisi in prima linea) si sono alternati in cucina per dare una mano a Massimo, come fossero a casa loro. Ne è conseguito un caos in cucina di dimensioni non trascurabili. Ma un po’ di rumore per le cose giuste fa sempre bene, no?