Yawn. Non sbadigliate, parleremo ancora di guide: di ristoranti, di critici, di critiche, di recensioni. E forse, anche di punteggi. Perchè se il Bolasco direttore della guida ristoranti del Gambero Rosso, qui tra di noi si chiede “mi piacerebbe sapere cosa succederebbe a me se scrivessi in una recensione una frase del tipo” e via citando l’amara considerazione del Bernardi, assai poco soddisfatto della sua visita alla Madonnina di Moreno Cedroni, io qualche domandina me la pongo. Mi rendo conto che sia cosa di poco conto per il resto della popolazione: ma per noi che di questo ci nutriamo alcuni fatti saltano agli occhi. Li ricapitoliamo, tanto per non perdere di vista la rotta.
Il mesto resoconto di Bernardi è uscito sulla Rete, più precisamente su un blog. Questo blog. Le recensioni di Bolasco escono – di solito – sulla carta. La qual cosa, se non vedo male, pare gettare il seme del dubbio: che da una parte si possa fare che dall’altra invece no.
Ecco dunque la prima batteria di domande: perchè parlare di ristoranti sulla carta è diverso dal parlare di ristoranti sulla Rete? Forse perchè i contenuti della rete sono, come si dice, di pubblico dominio? Oppure perchè in fondo la carta è sempre la carta?
Eppure anche la carta ci regala una serie di sfumature: una cosa è raccontare una certa esperienza in una rubrica settimanale con spazio a disposizione, foto e impaginazione curata, altro è districarsi nell’angusto ambito della scheda in una una guida, stretti tra l’esigenza di fornire in trenta righe – ma anche meno – informazioni pratiche, impressioni, valutazioni.
In definitiva, che contributo ha dato la blogdiversità, con i suoi contenuti eterogenei, arruffati, ingenui ma spesso vividi e sanguigni, alle schede dei ristoranti? E da quale parte di questi contenuti le guide di carta dovrebbero farsi contaminare?