Scrivere una piccola guida ai migliori bistrot di Parigi è un sogno che diventa realtà. Io che in francese sapevo dire solo roulette, parquet, rendez-vous, moquette (e ora anche l’addition s’il vous plaît), adesso sono pronta a segnalare gli indirizzi di culto per le vostre prossime gite nella più romantica delle capitali.
Nota a margine: i cuochi di questi ristoranti sono giovani o giovanissimi, piuttosto bellocci e quasi tutti allievi di Alain Passard, chef del ristorante 3 stelle Michelin L’Arpege. Vai a capire.
Restaurant Rino
Restaurant Rino. Più o meno lo conosciamo tutti. Perché lui è italiano, perché se n’è parlato tanto, e perché è uno di quei cervelli in fuga che Roma, in particolare, rimpiange da matti. Comunque Parigi è vicina e se avete l’occasione, non mancate la visita al piccolo ristorante di Giovanni Passerini (e ordinate senza pensarci due volte, le sue strepitose animelle fritte). La cucina è di ricerca, perfettamente incastrata tra le materie prime francesi e la fantasia di un italiano giovane e di talento; la selezione delle bottiglie è affidata ad un’altra romana, Francesca Tradard: molti i vini naturali, ricarichi à la francese (che vuol dire alti). Spesa media, da intendersi da qui in avanti senza vini, €50. Restaurant Rino, 46, rue Trousseau / 75011 Paris tel. 01 48 06 95 85.
Saturne
Saturne è giovane, alto e dall’aspetto nordico lo chef di questo bistrot, già cuoco al Racines. Si chiama Sven Chartier. Saturne è il meno “bistrot” di questo elenco, somiglia piuttosto ad un piccolo ristorante che potremmo trovare ovunque in giro per il mondo. Qui tutto è estremamente bio, nitido, di ottimo gusto. Ricordo in particolare un agnello e un pollastro notevoli e delle solitamente abusate cappesante in ritrovata grazia. La scelta dei vini naturali è la migliore di Parigi, mi dicono gli esperti. La zona è quella elegante della borsa e lì affianco c’è un negozio interamente dedicato a Elvis che da solo vale la gita. Spesa media: €50, qualcosa meno per il pranzo. Saturne, 17, rue Notre-Dame des Victoires Paris 2e Tel. 01 42 60 31 90.
Vivant
Vivant. Il 42enne di origini italiane, Pierre Jancou (un tempo in brigata con Massimo Bottura e Igles Corelli) ha trovato collocazione ideale in questa ex uccelliera ancora completamente decorata con maioliche art Decò; il locale è praticamente identico a come è stato concepito nei primi del ‘900. Pierre è un tipo simpatico, carismatico, pieno di tatuaggi. Capita di sedersi all’aperitivo e non alzarsi prima dell’una di notte, e giusto perché chiude la metro. Capita anche di trovare al bancone qualche produttore di vino, rigorosamente naturale, e con lui e altri sconosciuti, trascorrere ore piacevoli. La cucina è assolutamente genuina, anche un po’ rustica e fortemente ispirata da quella italiana. Sorprendente la qualità delle materie prime. Quanto costa? Intorno ai 30€, ma tutto dipende da quello che riuscite a bere. O a non bere. Vivant, 43 rue des Petites Ecuries, 75010. Tel.: 01 42 46 43 55.
Septime
Septime. Ci ho fatto capolino nel disperato tentativo di trovare posto, fallito miseramente. L’arredamento è minimale, elegante, pochi coperti e sempre occupati. Mi era stato consigliato da amici italiani e francesi, nonché dagli stessi Giovanni Passerini e Pierre, del Vivant. Il cuoco non arriva a 30 anni, si chiama Bertrand Gribaut ed è un ex allievo di Robuchon e Alain Passard (lo dicevo, io). Di lui si dice: cucina eccellente, ottime materie prime e abbinamento con vini naturali. Spesa media: €50, meno per il pranzo. Septime, 80 Rue de Charonne 75011 Paris.
Aux Deux Amis
Aux Deux Amis. A metà tra un tapas bar catalano e un classico pub inglese, in questo locale il centro vibrante è senza dubbio il bancone. L’area subito fuori si riempie di clienti allegri già dall’aperitivo, impegnati in chiacchiere e assaggi di vino (indovinate?) naturale. Ma la cosa importante è che dall’interno della minuscola zona cottura, lo chef David Vicente Loyola propone una cucina diretta, immediata, a tratti classica, dove quel che conta di più è la materia prima. Da provare: gamberi e polentina e sarde appena piastrate. Spesa media: 30€. Aux Deux Amis, 45 rue Oberkampf, 11th arrondissement, Paris. Tel.: 01 58 30 38 13.
Brasserie Thoumieux
Brasserie Thoumieux. Lo chef è noto ai gourmand di tutto il mondo, il suo nome è Jf Piége. Thomieux nasce prima ancora del ristorante a due stelle annesso, ha una cucina tradizionale, arredamento liberty e cameriere dalle quali difficilmente si riesce a distogliere lo sguardo, complice una divisa con camicetta, gonna corta, tacchi alti e borsetta a tracolla. Il crème caramel più buono di Parigi lo trovate qui, mentre la selezione dei vini è piuttosto convenzionale. Spesa media €55. Brasserie Thoumieux, 69 Rue St. Dominique, Paris.
Le Baratin
Le Baratin. La Chef è argentina, Raquel Carena, ed è una grande e fedele interprete della cuisine de pays. Ambiente rustico al limite del domestico e piatti fuori dal tempo, come lo stufato di trippa e ceci o le animelle di agnello fritte nel burro. Sarete accolti da Philippe, che ad un primo impatto potrà sembrare scontroso ( in effetti lo è), ma se riuscite a conquistarne la simpatia, vi guiderà sapientemente in un percorso infinito di assaggi di vino naturale. Potreste facilmente incontrare al bancone Francois Morel, giornalista gastronomo francese che ha inventato il vino naturale in termini giornalistici e altrettanto facilmente, ci troverete tutti gli chef sopra elencati. Spesa media: €35. Le Baratin, 3 Rue Jouye-Rouve, Paris.Tel.: o 1 43 49 39 70.
I più attenti di voi avranno notato l’assenza di Le Chateaubriand e quella di Le Dauphin, del sovraesposto Inaki Aizpitarte. In effetti manca anche Chatomat, bistrot dell’emergente quartiere di Mènilmontant, così come Le Verre Volé, piccola enoteca con selezione di vini naturali, stile Vivant. Qualcuno noterebbe persino l’assenza di Ribouldingue, il bistrot interamente dedicato al quinto quarto, ma ci sarà tempo, e poi mica posso fare tutto io.
Per questo sono a chiedervi: conoscete questi locali? Ci siete stati? Vi sono piaciuti? E ce ne sono altri bistroit di Parigi da segnalare? Rimango in ascolto.