Skippato l’affollatissimo weekend siete finalmente a Slow Fish, il salone del pesce sostenibile di Slow Food. Dopo Roma e Milano, potrebbe tornarvi utile l’elenco dei 10 low-cost più inarrivabili di Genova compilato per noi da Papille Clandestine. Come al solito, noi ci siamo spesi per le pietre angolari, voi diteci chi abbiamo dimenticato.
ANTICA OSTERIA DELLA FOCE, Via Ruspoli, 72r – Tel. 010 5533155.
Di antico nell’osteria di via Ruspoli è rimasto il forno a legna, la gestione invece è cambiata pochi anni fa. Lo svecchiamento ha lasciato sul piatto farinate, minestrone, corzetti, pansoti in salsa di noci, stoccafisso, in dosi generose. Anche se i prezzi sono un po’ più alti resta un luogo storico, piccolo, accogliente, sfizioso. È in zona Fiera, vicinissimo all’uscita di Slow Fish, tanto per capirci. Chiuso il sabato sera e la domenica. PREZZO MEDIO: 30 €.
FRIGGITORIA CAREGA, Via Sottoripa, 113r – Tel. 010 2470617.
I portici medievali di Sottoripa sono un goloso angolo di paradiso per i golosi. Pescherie, negozi di delizie come Canevello o Armanino, e botteghe che hanno sfamato generazioni di portuali. Dal 1942, con le stesse piastrelle bianche di allora, lo stesso forno a carbone, la friggitoria Carega serve i classici dello street food ligure: cuculli e frisceu (pastella con cipolle o zucchine), panissa (listarelle di pasta di ceci), farinata e i deliziosi pigneu, i pignolini fritti. Un cartoccio misto è roba da codice di regolamentazione del gurmé, mentre Panisse e baccalà piacevano a Fabrizio De Andrè. Chiuso la domenica. Orario 8-20. PREZZO MEDIO: 10 €.
GRAN RISTORO, Via di Sottoripa, 27 – Tel. 010 2473127.
L’umorismo british dei genovesi: Gran Ristoro non arriva a 3 metri quadrati. Il regno cittadino del panetto, onorato ogni giorno da una lunga fila in concentrata attesa, esige idee chiare: 150 ingredienti e una gamma sconfinata di potenziali incroci possono far deragliare anche il buongustaio più deciso. Pochi i panini del menu, si segue l’estro del momento (ma corre l’obbligo di menzionare il misto piccante, il giubbe rosse o il merlino). PREZZO MEDIO: dai 2 euro a panino.
DA MARIA, Vico Testadoro, 14/r – Tel. 010 581080.
Maria non c’è più, ha salutato tutti nel 2008 dopo aver gestito la migliore trattoria low-cost del pianeta per 62 anni (62!). Ai suoi tavoli, dove spesso si mangiava a fianco di uno sconosciuto (ma, oh! magia, a fine pasto si era quasi amici) si son seduti tutti, artisti e operai, studenti e disoccupati, colletti bianchi e pensionati. Il minestrone era buonissimo, come dicevano — e dicono ancora — i cartelli alle pareti, il polpettone squisito, l’atmosfera ricostituente. Oggi resistono le tovaglie a scacchi, le pareti verdi, i gotti (bicchieri) in vetro spesso, la confusione, una cucina dignitosa e il passepartout per respirare una città che non c’è più. PREZZO MEDIO: 10 €.
ANTICA OSTERIA DI VICO PALLA, Vico Palla, 15/r – Tel. 010 2466575.
Dietro Porta Siberia, nel cuore del Porto Antico, c’è un’affollata trattoria: primo consiglio, prenotate il giorno precedente. Secondo: puntate sui piatti tradizionali genovesi. Terzo: non esagerate con le richieste, le porzioni sono generose. In un ambiente informale e rumoroso (il testo sulla tovaglietta di carta bisogna leggerlo o farselo tradurre da un genovese), il menu snocciola grandi classici, dal cappon magro al piatto di fritti proposti come antipasto, passando per bagnun di acciughe, mandilli al pesto, minestrone e cima. Oppure, ispirati dall’aria salmastra dell’angiporto, concentratevi su stoccafisso o baccalà. Chiuso il lunedì. PREZZO MEDIO 30 €.
FARINATA SANTA ZITA, Via Santa Zita, 35r – Tel. 010 588545.
Sembra banale dire “Come una volta”, ma la Foce è una zona della città dove le cose di un tempo non si cucinano perché fa figo. Questa è Genova vera, incluso il forno, che non è più a legna così i prezzi restano alla portata di tutti. In un’unica sala lunga, con tavoli di legno, perline e soffitto piastrellato in ceramica, si servono farinata, cuculli, friscieu, panisse, trenette al pesto, stoccafisso accomodato, e anche fegato alla veneziana. Oppure, si sceglie dalla lavagnetta che elenca il menù del giorno. PREZZO MEDIO: 20/25 €.
FORNO SAN NICOLA, Corso Firenze, 53 – Tel. 010 2725325.
Di un panificio si dice che vende il pane e qualche genere alimentari di contorno, che altro? Beh, vicino a Spianata Castelleto, con un panorama unico della città vecchia e del porto – c’è una focaccia genovese da provare, e sì che a Genova di focacce ce n’è tante. Ma questa è speciale per il fondo e la crosta croccanti, l’anima spessa ma morbida. E siccome in città non si butta via niente, l’invenduto diventa stuzzichino tagliato a listelle con o senza cipolla in superficie (che fa tutta la differenza del mondo come sanno i genovesi). Per la colazione dei campioni si aggiunge un bicchiere di bianco. PREZZO MEDIO: 5 €.
OSTAIA DA U SANTU | Voltri, Via al Santuario delle Grazie, 33 – Tel. 010 6130477.
Il solo indirizzo fuori del centro ci porta a Voltri, estremità ponentina della città, dove si trova “il punto più a nord del Mediterraneo Occidentale”. Non sul mare, ma nell’immediata collina, in una trattoria che sembra una casa contadina dotata di splendida veranda vista orto. Se c’è, provate il cappon magro. Poi carne, verdure e pesce a seconda delle stagioni. Da provare: acciughe alla ligure in insalata, stoccafisso con noci e pinoli, insalata di coniglio con aceto balsamico. Tra i vini piemontesi e liguri si trovano buone etichette. Chiuso il lunedì, martedì e la domenica sera. PREZZO MEDIO: 30 €.
SA PESTA, Via dei Giustiniani, 16/r – Tel. 010 2468336.
Sa Pesta, in dialetto, significa sale fino, nome in perfetto stile genovese per un posto dove secoli fa si vendeva il sale grosso. E si cucinavano torte di verdura e farinata, come oggi del resto. Dalla bocca del forno a legna escono torte e testi di farinata che si mangiano nei primitivi tavoli in legno della saletta interna, con i soffitti a volta e le piastrelle bianche alle pareti. La vetrina, prima di mezzogiorno straripante, viene progressivamente svuotata dal continuo via via di clienti, la sera è obbligatorio prenotare. A fianco di torte, ripieni, tra cui le acciughe, e farinata, con un tris da non perdere per nulla al mondo, tutti i classici genovesi ben cucinati. Per chi va di fretta c’è anche l’asporto. (Consiglio: come gli habitué del locale insegnano, la farinata è il ripieno ideale del panino gurmé. Chiuso la domenica. PREZZO MEDIO: 20/25 €.
VIGANOTTI, Salita del Prione, 10/r – Tel. 010 2514061.
Chi è in cerca di dolcezze da salivazione repentina, si fiondi verso il minuscolo bar-pasticceria aperto da Viganotti l’anno scorso, praticamente in piazza delle Erbe. Cioccolatini meravigliosi, gelati decisamente buoni (gusti consigliati: cioccolato fondente, anche all’arancia, miele ricotta e noci) una croissanteria da superboom! Tutto fatto dal mastro cioccolatiere Alessandro Boccardo. Tra l’altro, per ora (ma non per sempre, siamo comunque a Genova) il caffè è in omaggio. Prima di andarvene, è un consiglio da amico, girate l’angolo e sostate nel laboratorio, immutato perfino nelle macchine dai primi ‘900. Boeri, cremini all’antica, croccantini e noccioline del Piemonte ricoperte di cioccolato sono 4 meraviglie mozzafiato. Chiuso la domenica, orario: 8-19:30. PREZZO MEDIO: 10 €.
[Crediti | Link: Slow Fish, Dissapore, Papille Clandestine. Immagini: Nigel Dickinson, Guida locali Genova, Via del Campo, Tripadvisor, Repubblica/Genova, New York Times, Nessundove, Flickr/Marco Molinari]