Par condicio, va bene? Abbiamo copiosamente elencato le “cose che rovinano l’atmosfera quando siamo al ristorante”, biasimando allo stesso tempo odori penetranti, venditori di rose, musica troppo alta e bambini maleducati fino a quando la controparte, impersonata dalla paziente categoria dei ristoratori (cui allo stesso tempo tocca essere buttafuori, centralinisti, allergologi, censori dell’abuso di cellulari e fotocamere, confessori, poliglotti e maestri di buone maniere), ha invocato le pari condizioni. Hanno anche loro frangenti, modi di fare e anzitutto persone che metterle in una pentola e cuocere a fiamma vivace sarebbe il minimo.
Allora, se è di questo che hanno bisogno non lasciamo le cose in sospeso, sputino il rospo e non se ne parli più.
Frequentatori di ristoranti che non ti togli di torno nemmeno con i venditori di rose:
Il prenotatore (sabato prenota per 15 ma si presentano in 7, poi a cena iniziata se ne aggiungono 4 però due hanno già mangiato).
Il deejay (mixa gli ingredienti di 4 diverse portate del menù creando estemporaneamente un piatto che chiede nell’ora di punta).
L’irascibile (litiga da quando si siede a quando se ne va, perché a un certo punto se ne va sbattendo pure la porta).
Il rompiscatole (“non fate la pizza? E la carbonara? Neanche un’arrabbiata? Come mai non c’è nessuno stasera?)
Il maneggione (palpa la tipa sopra e sotto il tavolo poi la chiude un’ora nel bagno per sfogare i bassi istinti).
Il musicofilo (“può alzare un po’ la musica?”, “può abbassare un po’ la musica?”).
L’avaro (in tre anni non ha mai lasciato una mancia e va sempre in bagno prima del conto così pagano gli altri).
L’italiana all’estero (“posso avere il ketchup per gli spaghetti dei bambini, sa, sono abituati a mangiare la pasta così”).
L’incontentabile (“un espresso ristretto in tazza grande così sprigiona meglio l’aroma”).
L’allarmista (“aiuto, c’è un vetro nel mio piatto!” ma è solo un croccante trasparente ai capperi e limone).
Il liberal (lascia fare ai bambini qualsiasi cosa: urlare, correre in sala, tirare le tovaglie, pasticciare il muro con le mani sporche, ed è convinto di far bene).
Io ho finito.