Napoli, weekend pre-natalizio, via Chiaia, traversata da tanta umanità comprante e non, nuova gelateria al civico 186. Ci passo davanti incurante, concentrata su tutt’altro. Butto l’occhio dentro e vedo svettare da lontano mille colonne di coni ricoperti di ogni possibile tipologia di smarties, granelle, cioccolati.
Attirata nel paese dei balocchi, entro. Passo un primo minuto strano, confusa, sbalordita da tanta opulenza, mi sembra di essere nel luna park esagerato del gelato, nel regno del cake design al quadrato, una sorta di Walt Disney barocca, il luogo della perdizione glicemica, roba che ti viene da dire “ummarò, ma davvero fai?”.
Due le reazioni possibili di fronte a Fantasia Gelati, novella gelateria di Napoli (almeno il punto vendita di via Chiaia): “via da me” la prima, “vieni a me e ingrassami”, la seconda.
Fotografo, in preda al paranormale. Assaggio ma senza vero coraggio: prendo una coppetta o secchiello come si dice a Napoli (la signora gelataia di rosa vestita mi guarda incredula, non so ancora se perché ho detto coppetta o perché ho saputo resistere ai peccaminosi coni) gusti Duplo e KitKat. Sotto i denti pezzoni di snack, mischiati ad una crema densa che si attacca al palato. Sono confusa, quasi turbata. Alzo la guardia, affronto il secondo consapevole cucchiaino e non mi lascio intimorire, anche quando ho la netta sensazione che sto mangiando 6 Duplo spezzettati dentro al gelato. Roba che se ti prende in contropiede, ti portano via con l’ambulanza in preda alla paranoia zuccherina, ma io no, io sono preparata.
Mentre mangio, studio nel dettaglio la Las Vegas dei gelati. Di punti vendita Fantasie Gelati ce ne sono 5 a Napoli, non l’hanno ancora esportato pare (se non a Roma con un fratellino che si chiama gelati&mozzarella). La risposta partenopea al mondo ipocalorico, vegano, crudista, senza glutine, senza grassi, senza niente insomma, un po’ machemmefregaammè se tu stai a dieta. Accudente e inconsapevole come una madre premurosa che dopo un cubo di 20x20cm di melanzane alla parmigiana dice: mangia ancora che sono solo verdure.
Davanti a me, tra i tradizionali sfilano impuniti i gusti: Kinder, Pandoro caldo, Cassata napoletana, Kinder Cereali, Ciocorì scuro caldo, Galak bianco, Kinder Pinguì, Pan di Stelle, Bignè caldo, Struffoli, Tortino di nocciola, Fragolino e mascarpone, Babà, Ricotta sbriciolata alla Nutella, Cookies.
Ecco che necessariamente, alla fine del gelato, mi chiedo se è buono oppure no. E la vera verità è che non lo so. Perché non è un gelato no, neanche un dessert, è il fratello maggiore del dolce al Mars che mangiavo alla festa delle elementari. A pensarci oggi non ho capito se mai più lo mangerò oppure mimetizzata, ci tornerei per assaggiare il gusto “struffoli” che fa tanto Natale o il Pandoro caldo. Uscendo scopro che una delle specialità è il cono ricoperto d’ogni cosa, ripieno di cioccolato caldo con smarties affogati. Scappo via da lì e penso ai 6 Duplo che abitano in me.
Per dovere di cronaca: costo al Kg 18 euro, costo della coppetta piccola 2 euro.
Forse con gli occhi foderati del minimal finto povero milanese, mi sono troppo sorpresa? Voi che dite? Ci siete già andati, ci andrete, ci andreste?
[Crediti | Immagini: Facebook/Fantasia Gelati, Cristina Scateni]