Avvolta nella nebbia. Fuori e dentro il ristorante. La sera che sono andata a cena al Combal.Zero la visibilità era pari a zero. C’era un tempo da lupi a Rivoli, e il castello che ospita Davide Scabin sembrava sospeso nell’aria. Poi il cibo, le chiacchiere. Tante quante sono state le sigarette che Davide ha fumato: alle due del mattino la nebbia di Marlboro rosse morbide era piuttosto fitta. Però lui ha una faccia da sigaretta, non c’è dubbio, e pure un po’ da cinema. Se non fosse per gli occhi scuri penserei a Jean Gabin e all’atmosfera di quei film lì, fumosa. Nebulosa per l’appunto. Tra un tiro e l’altro mette in ordine i pensieri o te lo fa credere, non so. Questo è il riassunto della chiacchierata. E del molto fumo.
“Va bene, ok per l’intervista, ma come hai mangiato?” Sono sicura che qualcuno di voi se lo sta chiedendo. Volevo iniziare proprio da lì, ma poi mi sono detta ” E mica sono Stefano Caffarri“. Qualche suggestione provo a darvela. Insieme a un po’ di foto.
Ho pensato a un volo d’angelo, ma anche a un pipistrello. A un pesce che ha messo le ali. Ecco un altro esempio di ispirazione.
Scabin mi racconta che era ai Caraibi: fa il bagno, torna sulla spiaggia e gli servono un pezzo di aragosta accompagnato da una noce di cocco.
La bocca salata di mare fa il resto.
Così è nato questo piatto.
Piatto sciapo per volontà dell’autore.
Una striscia di carne piemontese che avvolge uno strato più sottile di foie gras.
La genialità per me sta nelle patate fritte che, sbriciolate nel ripieno, lo rendono croccante.
A lato – ma non c’è in foto, un po’ di insalata condita che fa da sale.
A forchettate. Piatto godurioso. E come potrebbe essere altrimenti?
Stiamo parlando di agnello, di peperoni e pecorino di Pienza.
Per un attimo ti dimentichi della “ricerca” e una fan del SAPORITO come me pensa ” Questo me lo mangio con la pancia”