Domani esce la Guida Michelin Italia 2010, preceduta dalla presentazione alla Triennale di Milano. Tre stelle al ristorante Da Vittorio a Brusaporto di Bergamo. Due al Met di Venezia, al Pellicano di Porto Ercole, al Mosaico di Ischia, all’Antica Corona Reale di Cervere (Cuneo). Un nuovo due stelle anche in Sicilia, forse La Madia di Pino Cuttaia. Per gli esperti sono queste le previsioni più credibili della vigilia. Mentre le polemiche sono tra le cose di cui non si sente la mancanza, ecco le più gettonate. 1) Il rapporto anonimato – capacità. Sappiamo molto dei critici che scrivono per i giornali (variante: blog) ma qual è la formazione dei presunti esperti Michelin? Come facciamo a giudicarla se non sappiamo chi sono?
2) Il pregiudizio francese. C’è un eccesso di campanilismo nei voti, prevalgono la cucina francese e il french-style (lusso, luoghi ameni e servizio ingessato).
3) Il pregiudizio giapponese. E’ la novità di quest’anno. Paradossale. I francesi si sono incazzati perché nell’edizione giapponese la Michelin ha dato tre stelle a 11 ristoranti incoronando Tokyo capitale mondiale della cucina. Siccome Parigi è ferma a 10, l’Express accusa la Rossa di avere orchestrato la guerra franco-nipponica per biechi motivi commerciali, conquistare il redditizio mercato del Sol Levante.
4) Una guida antimoderna. Gli sforzi fatti dal 48enne direttore generale della Michelin Jean-Luc Naret per modernizzare la guida, non sono piaciuti. Criticati il sito Famously Anonymous, e soprattutto lo sbarco su Twitter (qui Michelin New York), giudicato incompatibile con l’anonimato degli ispettori.
Centoundici anni dopo la nascita, pensate anche voi che la Michelin sia in crisi? O rimane l’unica guida che cambia davvero i numeri del fatturato? Quali sono le vostre previsioni, ci saranno nuovi tre stelle, e le altre novità?
Immagine: New Yorker