Questo sarebbe un post altamente autoreferenziale: una specie di contorsionismo interamente dedicato all’osservazione del nostro ombelico digitale, non fosse che richiede l’occhiuta partecipazione dei lettori. Perchè nella nostra vision, che è la sorella segreta della mission, il blog-che-vorremmo è impastato con tre ingredienti. Primo, la tecnologia: ma lì ci sentiamo abbastanza carrozzati. Secondo: i contenuti, e su quelli ci stiamo dando un gran tribolare di stare aggiornati, diversi, attenti. E il Terzo, di importanza pari al secondo, i commenti.
Gli ingredienti sono integrati, indivisibili, ed hanno pari dignità. I commenti sono valore aggiunto ai contenuti editoriali: aggiungono informazioni, brio, contraddittorio. Dovrebbero contenere osservazioni, critiche, complimenti. Dovrebbero essere il ponte tra quello che stiamo facendo e quello che vorreste che facessimo. Per quello a volte all’Augusto Caporedattore scappano i cavalli quando assistiamo alla forumizzazione dei post, al commento-contro che non è un contro-commento, alla presa di posizione, all’irrisione fine a se stessa.
Poi ci siamo chiesti: ma non è che stiamo facendo come quei ristoratori che quando diciamo che l’astice era stopposo si impermalosiscono e ci ricoprono di contumelie ed improperi?
Nell’ultima Riunione di Redazione Viaggiante è uscita questa clamorosa verità: è vero, il nostro prodotto sono gli articoli. Il nostro prodotto sono *anche* le recensioni, e parlo di ciò che conosco. Quindi non è del tutto sorprendente che i commenti siano spesso più orientati alla discussione *sulla* recensione più che nel merito del locale recensito.
E allora no, vogliamo sapere tutto. Vogliamo sapere perchè nelle numerose discussioni al proposito si chiedeva di andare oltre la recensione classica – la ricordate? ambiente accogliente, cantina vasta, la mia fidanzata ha preso questo, il sugo sapeva di verbena – mentre oggi la ricerca di una forma innovativa a volte irrita al punto da mettere in secondo piano il contenuto.
Perchè noi non vogliamo più la recensione didascalica, non vogliamo la recensione ingessata nei paletti del servizio e della speleogia degli ingredienti vero? Vogliamo sapere cosa succede, e se succede qualcosa a quel tavolo, vero?
Altrimenti o io non ho capito niente, o la Rete non è pronta per le recenze 2.0.