Come mangiano gli italiani al mare? Intendiamoci, questa non è un’inchiesta, lo sappiamo che in spiaggia ci si arrangia. Ma dopo la nuotata, quando la fame acchiappa, come risolve il problema chi non è a pensione completa o al mare ci va solo la domenica? Ovvio, dipende dall’offerta e dalle spiagge frequentate. Così, per il primo episodio della serie Come si mangia la mare, abbiamo scelto due stabilimenti balneari della Riviera Adriatica molto diversi fra loro. Il primo tra Zapponeta e Margherita di Savoia, l’altro più a nord, a Pesaro, nelle Marche. Le foto sono fatte con l’i-Phone.
1) TAMERIGI VILLAGE | ZAPPONETA (FG). Sito. Siamo in pieno Golfo di Manfredonia, a ridosso della Salina di Margherita di Savoia, habitat naturale del fenicottero rosa. Il lido Tamerigi è lontano dal centro abitato per cui dispone di spazi enormi dedicati a attività diverse. All’ingresso c’è il parcheggio ombreggiato, e poi subito la spiaggia. I grandi ombrelloni in paglia possono ospitare fino a 6 persone, e sono attrezzati con tavolino, ganci appendiabiti e cestino per l’immondizia. La zona ristorazione, vicina alla spiaggia, offre oltre al bar, la pizzeria con forno a legna, e il ristorante self-service.
Il bar.
Prezzi e qualità sono da bar cittadino, con buona scelta di gelati e il valore aggiunto dei tavolini a mare. Cornetti e cappuccini la mattina, a pranzo gran via vai di focacce ripiene e birre d’obbligo. I panini vengono farciti al momento su richiesta dei clienti.
La Pizzeria.
Consigliata la prenotazione: qui la pizza è pizza, davvero niente male. Prezzi un po’ elevati ma il calore del forno a legna, in agosto, non è uno scherzo.
Il ristorante self-service.
A parte il pesce, mediamente surgelato ma cucinato al momento, tutto il resto è freschissimo e preparato da tre cuoche nella cucina a vista. Menù completo dall’antipasto al dolce con scelta tra diversi primi piatti, secondi di pesce e carne, contorni e frutta a volontà. I prezzi: 4 euro per i primi, 5 per i secondi di carne e 7 per quelli di pesce. Porzioni abbondanti e piccola selezione di vini in bottiglia. La Parmigiana di melanzane è da applauso.
Per chi odia la sabbia nel piatto c’è una comoda zona ombreggiata con sedie e tavolini. Il servizio è fai da te ma c’è il bonus, gli spruzzi d’acqua rinfrescanti a intervalli regolari e i ventilatori a pale. Ultime note positive per il personale, sempre gentile e paziente, anche a fine giornata.
2) BAGNI MARIO A PESARO.
Grazie a una norma regionale, già da qualche anno nelle Marche gli stabilimenti balneari possono somministrare cibo e bevande. Con grande scorno di bar, ristoranti e altri esercizi pubblici, ogni “bagno” si è attrezzato con la sua offerta. Che, nella peggior tradizione dei gastrobar italiani, è fatta per lo più di panini surgelati, primi piatti precotti e gelati confezionati. Serviti su tavoli di plastica senza uno straccio di coperto, e venduti a prezzi da ristorante convenzionale.
Così, percorso il tragitto fino al mare in sella alla provvidenziale bicicletta, e imboccata la stretta pista ciclabile che costeggia Viale Trieste, all’indigeno come al turista non rimane che affrontare l’inferno di mezzi accatastati in prossimità dello stabilimento balneare.
Il premio per avercela fatta senza riportare ferite da cabina del Pronto Soccorso, non sarà un posto invitante dove mangiare. Gli spazi sono in genere semplici porzioni di spiaggia coperte da lastre di cemento e delimitate da fioriere. Non è previsto dress-code, ognuno mangia come si trova, difficilmente le sedie vengono pulite nel passaggio da un cliente all’altro. Sui tavoli niente tovaglie o tovagliette.
Ma la parte peggiore sono panini e primi piatti, date un’occhiata all’hamburger.
O se preferite, al salame sudato, di più, esausto, di questo panino.
Come se ne esce? Panino fai da te portato da casa. Qui preso a morsi davanti al mare nella versione prosciutto e fichi.