Gli home-restaurant, noti anche come supper club, pop-up o underground restaurant, spuntati come funghi in piena recessione, sono pronti a sfidare la ristorazione classica sul suo terreno. Stiamo parlando di attività che fanno tendenza, temporanee, spesso mobili e che, a leggere le recensioni, offrono esperienze culinarie di prima classe. Ma l’ingrediente fondamentale di questo successo è il brivido di partecipare a qualcosa di illegale. Sì, perchè questi ristoranti non hanno licenza di operare.
Per capirci di più ho voluto sentire Miss Marmite, la chef che dalla cucina della sua casa di Londra (città dove vivo) ha lanciato per prima un home-restaurant, il Marmitelover. Il salotto di Ms Marmite è aperto a tutti, spesso perfetti sconosciuti, che senza svenarsi possono mangiare cibo genuino e fare nuove amicizie in un ambiente familiare. Ms Marmite comunica con i clienti attraverso il suo blog, dove si trovano le date e i menu delle prossime cene. I social network fanno da passaparola elettronico, e tutti sono d’accordo nel non rivelare la vera identità di Miss Marmite.
D | Miss Marmite, cos’è precisamente un ristorante home/underground/pop-up, e perchè si differenzia dal catering?
R | Soprattutto un fenomeno di contro-cultura. Nel mio home-restaurant cucino menù fissi per clienti paganti che accolgo in salotto. Credo sia un’esperienza più intima rispetto a un pop-up o a un underground restaurant, che utilizzano spazi diversi tipo negozi fuori-attività o garage trasformati per un giorno in ristoranti. Il catering, di fatto, è una società che cucina menu scelti dal cliente e serviti dove vuole.
D | Quanto conta l’aspetto economico nel successo dei ristoranti home o pop-up?
R | Prima ancora che economico, mangiare in questi ristoranti è interessante, meno spersonalizzante rispetto ai locali tradizionali. Ci sono elementi in più, si incontra gente nuova, si socializza. Venendo alla cucina, io parto da zero, faccio il pane in casa e gli ingredienti sono freschi, spesso di giornata. Molte serate sono a tema, cosa che capita raramente in un ristorante, il mio ruolo è quello dell’ospite, mai della ristoratrice.
D | Torniamo all’aspetto economico, tra 2009 e 2010 a Londra abbiamo visto molti pop-up restaurants, spesso organizzati da chef momentaneamente senza lavoro a causa della crisi economica. Esiste questo nesso tra risparmio e ristorazione alternativa?
R | Non proprio. Cenare in un pop-up restaurant può anche non essere economico ed è giusto che sia così. Si tratta dopotutto di un’esperienza unica. Ad ogni modo, i clienti possono portarsi il vino e non devono rinunciare a nulla perchè tutto, dal cocktail al caffè, è compreso nel prezzo che hanno pagato. In questo senso sì, è più economico.
D | In definitiva, cos’è che attira tanti clienti?
R | Culturalmente può essere un’esperienza fantastica, pensate ai turisti ad esempio, scoprire come vivono gli Inglesi cenando in una casa tipica, per di più senza spendere una fortuna, è una forte attrattiva. Più che una novità, si tratta ormai di una tendenza, chi partecipa a queste serate sa cosa lo aspetta, sa che non potrà scegliere i piatti, per dirne una, ma anche che tutto il cibo è fatto in casa.
D | Non vi preoccupa il fatto di essere illegali? O anche questo aspetto ha aiutato a fare tendenza?
R | All’inizio l’illegalità ha reso la nuova moda più eccitante. Ma la mia opinione, cioè l’opinione di una delle prime a lanciare pop-up restaurant (Miss Marmite oltre al suo home-restaurant organizza pop-up in diverse parti della città) è che né noi, né i clienti hanno dato grande peso a questo aspetto. Oggi poi, l’attenzione è tutta sulla qualità del cibo perchè per i Londinesi, la ristorazione alternativa fa ormai parte della realtà quotidiana.
D | Infine, le è mai venuta voglia di aprire un ristorante convenzionale?
R | Se ci sarà il giusto appoggio, beh, si. Mi piacerebbe aprire un ristorante e utilizzare i trucchi appresi a casa cucinando per gli altri. Mi considero un po’ una pioniera quando penso alle strategie oggi adottate da molti ristoranti, come i menu fissi comprensivi di tutto, il servizio di prenotazione online con pagamento anticipato, i tavoli più grandi per accogliere i gruppi e organizzare le cene a tema. Tutte cose importanti, perchè di fatto, questo è il nuovo modo di socializzare.
[Fonti: Marmite Lover, Ning, immagine: Ning]