Alle volte mi viene anche la voglia di scriverne. Parlo delle ricette in 140 caratteri, cioè il formato di Twitter (mamma, cos’è Twitter?). Poi chessò, leggo: Rosola animelle 7’ in court bouillon.Passa4carciofi a julienne in semola,3’ in olio boll.Salsa:olio+cipol+100gcapperi,fondo bruno di vitello”, e mi passa subito. Però lo fanno tutti. Etticredo. Prima Wired Italia ha coinvolto 6 chef famosi. Dopo L’Espresso ha chiesto microricette ai lettori. Ora ci si è messo perfino il New York Times (il NEW YORK TIMES!). E non perdete tempo a scrivere il primo libro di ricette in 140 caratteri, qualcuno l’ha già fatto. Tornando a me, anche ora sento una vocetta che dice: rece, insomma: recensioni di ristoranti. E mi chiedo se Twitter sia adatto allo scopo. Da una parte la recensione senza il carattere e la personalità di chi la scrive ha poco senso. Ma un twit (un messaggio di Twitter) inteso come esercizio di scrittura precisa, credo possa descrivere con ricchezza l’esperienza al ristorante. Perciò mi interrogo. Se: 1) Dissapore chiedesse ai suoi lettori di scrivere recensioni di ristoranti in 140 caratteri su Twitter. Se: 2) Premiasse i critici migliori facendoli mangiare gratis nei ristoranti che ci stanno. Farebbe cosa gradita e divertente o altamente dispensabile? Se mi dite cosa ne pensate Dissapore si organizza di conseguenza. A proposito, seguite il nostro Twitter?