Ci avevano provato anche i servizi d’ordine ai concerti rock, chi li ricorda? Palpeggiamenti insistenti all’ingresso, sommati alla fila interminabile, al caro-biglietto, alle ore in piedi davanti al palco, all’acustica da vilipendio alla musica. Finchè ho smesso di andarci. Da una parte il divieto-di-tutto seppur sotto lo strozzo di un signor biglietto, dall’altra una fruizione scomoda, modesta, non all’altezza delle aspettative. Ora c’è la storia della crisi della ristorazione: chiude questo chiude quello, non potrò ripetere alcune delle più interessanti esperienze gastronomiche della mia vita perchè non stanno in piedi e sono state segate ser un motivo o per l’altro, e pare che il 2010 non sarà tanto tanto meglio.
Ora vedo allungarsi la lista delle food-rockstars: niente foto nel mio locale, perdiòniso, che qui mi si ruba l’anima il lavoro e chissà cosa. D’istinto mi vien voglia di dire – con i Cinque Madrigalisti Moderni – mavafanzùm.
Cioè, mi sciroppo decine di migliaia di centinaia di chilometri, pago un’iradiddio con il rischio di mangiare come quando cucino io con la mano destra legata dietro la schiena e non posso fare la mia fotina? E non posso metterla sul mio bloghino? E scrivere il mio raccontino? A quando il divieto-di-tutto?
Provo anche a mettere la testa in freezer e mi dico, masì la creazione dello chef è un prodotto dell’ingegno, un’architettura intellettuale: va preservata l’originalità, sennò anche il mio vicino di casa mi ammannirà accanto alla Zuppa del Casale la “Passatina di ceci e gamberi”, vero?
Mah, non ho le idee chiare. Siamo nell’era della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte, ma l’unica cosa che non è riproducibile è l’artista: tanto che i musicisti se vogliono comprarsi le ville a La Jolla devono fare concerti, tanti concerti, perchè la marea del download è inarrestabile. Non ho le idee chiare, perchè posso guardare le foto finchè voglio, posso leggere (Maurizio) Cortese fino allo stremo: ma se voglio sapere com’è quel piatto davero devo prendere la mia macchinina e pedalare. Cos’è allora che mi sfugge? Se non raccontiamo i cuochi come faranno i ficcanaso gurmè a sapere che esistono?
Va bene, basta foto basta racconti basta parlare basta tutto, ma i vostri piatti mica ve li potete mangiare tutti voi.