Ci sono solo 2 parole per definire uno che si finge vostro amico e va 3 giorni a Napoli e costiera sorrentina mentre voi lavorate, queste due parole sono: Massimo Bernardi. Sì, ma almeno Massimo Bernardi i suoi 3 giorni li condivide su Dissapore. E siccome ieri ci è stato detto che i viaggi cambiano: “aumentano i week end e gli spostamenti brevi“, se meditate un giro da quelle parti possono servire alcuni consigli (estremamente) risolutivi. Per cui, ho sistemato qui di seguito un tot di foto e notizie riferite ai posti in cui sono stato. Date una sbirciata e casomai usate i commenti per incorporare altri indirizzi definitivi della zona.
– Come si fa a visitare l’orto botanico di Punta Campanella a-picco-sul-mare-blu (e cosa ve lo dico a fare fronte-Capri)? Lo stesso che rifornisce il ristorante Don Alfonso di Sant’Agata sui due Golfi, e in altre parole, l’ottava meraviglia del mondo (ma proprio a mani basse). Chiedete e vi sarà detto.
– Quanto costa mangiare al ristorante Don Alfonso di Sant’Agata sui due Golfi dove perfino il rivestimento della cucina è in pregevole maiolica di Vietri, e quali sono i piatti tassativamente da provare, incluso il celebrato “Vesuvio di maccheroni”? Son qui per dirvelo, e perché no, si può chiedere a chi di dovere che ai lettori di Dissapore venga aggiudicato il trattamento speciale.
– A che ora… minuto-secondo prendere l’aperitivo al Relais Blu di Massa Lubrense in modo da vedere tutte in fila allineate: Napoli (1), Nisida (2), Procida (3) Ischia (4), Capri (5), e (nei giorni limpidi) Ventotene. Non avete che da chiederlo. E a richiesta, spieghiamo pure come resistere al richiamo di un tuffo vertiginoso nel golfo di Salerno mentre la vostra auto serpeggia tra i tornanti della costiera.
– Gradite un Americano? (Anche se un Negroni al Relais Blu azzera ogni fatica e tensione nervosa). Chiedeci un aperitivo gratuito sprofondati nei divani della magica terrazza, e… vi sarà dato.
– Come si fa ad avere e quanto costa una “degustazione di pizza”, per capirci, non “la pizza” ma un celestiale percorso che va dalla Margherita alla pizza ripiena di cioccolato fondente alla Pizzeria, anzi, Pizzaria La Notizia, best pizza evah! (Come è evidente guardando l’impasto, elastico e flessuoso). Anche qui è possibile assegnare il trattamento speciale. Interessati? Chiedete.
– Perché è decisivo fare tappa da Pellone a Napoli, pizzeria con vetrinetta esterna per la pizza da asporto, nonostante il caos e l’equivoco hinterland della città lì vicino? Beh, è il simbolo del cibo di strada napoletano: crocché di patate, frittata di bucatini e soprattutto pizza fritta con cicoli, ricotta, salame o mozzarella, nonché l’originaria pizza piegata a portafoglio.
Chiedeteci tutto sulla cucina di Gennaro Esposito e sui prezzi del suo ristorante fronte-mare, La torre del saracino di Vico Equense. Chi al contrario, volesse sapere quanto costa il famoso stereo dello chef, è tenuto a cercare informazioni tra questi commenti.
Domandare dove si mangia la migliore sfogliatella di Napoli conduce a un’ovvia risposta: Pasticceria Attanasio, in Vico Ferrovia, uno dei (poco raccomandabili) vicoli prossimi alla stazione centrale. Se vi piace il pesce fresco e volete trattarvi bene rivolgetevi alla “gioielleria”, ahem, pescheria da Luigione, alle porte di Posillipo. Mentre se insistete, ve lo dico cari lettori di Dissapore, possiamo chiedere il trattamento speciale anche alla culminante Pizzeria Sorbillo di Via de’ Tribunali. Gino Sorbillo, fotografato lì sopra, sarà d’accordo.
[Per le immagini si ringraziano gli iphone di Cristina Lontananza, Maurizio Cortese e Antonio Tomacelli]