Continuiamo così, facciamoci del male. Mannò, ma uffa, è solo per reagire. La crisi, carogna maledetta, ci ha resi trafelati incastratutto, ma un tempo sdoganavamo al netto dei sensi di colpa frasi bellimbuste tipo: “o meglio o niente”. E giù pietanze con gratuite descrizioni di posti incantati. Sapete cosa? Oggi lo rifaciamo, ecco 10 cose inarrivabili e i posti migliori per mangiarle. Sempre che siate d’accorodo, ovviamente.
1. Il posto migliore per: HAMBURGER.
Minetta Tavern, New York.
Tanto buono, dal primo all’ultimo morso, che istiga all’ingiuria. Un capolavoro complesso dove la polpetta è un mix di carne magnificamente frollata, skirt steak (un taglio di pancia diffuso negli Stati Uniti), e petto di pollo proveniente dalla spettacolare Creekstone Farms. La cipolla caramellata aggiunge un tocco di dolcezza. L’hamburger Black Label di Minetta Tavern è, senza ulteriori discussioni, il migliore di New York. E probabilmente lo sarà per sempre.
Minetta Tavern, MacDougal St. al 111, New York.
2. Il posto migliore per: CARBONARA.
Trattoria da Danilo, Roma
Un tempo la carbonara di Danilo era un segreto ben custodito, poi il segreto l’hanno conosciuto un po’ tutti. Anche se il locale ha aumentato i coperti e si spende qualche euro in più rispetto alla trattoria romana media, dirigersi verso via Petrarca senza avere prenotato è quantomeno rischioso. Ma la fama è meritata, soprattutto per la spettacolare carbonara.
Trattoria Da Danilo, via Petrarca 13, Roma.
3. Il posto migliore per: CROISSANT
Des Gâteaux et du Pain, Parigi
Il forno storicizzabile come il più ultimativo per i croissant (lo è in realtà per diverse altre cosucce: baguette cotte a legna, biscotti, torte,) ne sforna in questo periodo 9, ma è arrivato anche a 12. Gli iscritti al club (internazionale) dei trigliceridi già sanno che tra le Viennoiseries il pain chocolat è un assoluto, così buono che genera endorfine, ma per intossicarsi secondo le regole si inizia dal modello base. Del resto a Parigi i cornetti alla crema non ci sono, il croissant è rigorosamente “beurre”.
Des Gâteaux et du Pain, 63 boulevard Pasteur, Parigi.
4. Il posto migliore per: PATANEGRA
Jamoneria Beher, Guijuelo
Pata Negra, cioè zoccolo nero, il particolare che identifica il “porco di razza Alentejana”, tipicamente grasso ma con le zampe sottili, allevato in Estremadura, nel sud-ovest della Spagna. Guijuelo, in Salamanca, è la patria di Joselito, il marchio di prosciutto spagnolo più famoso nel mondo. A Guijuelo la Jamoneria Beher è un’istituzione, da 80 anni nutre i maiali neri iberici con le dolci ghiande (bellota) cadute dagli alberi, e li lavora rispettando la tradizione. L’assaggio del grasso è un’esperienza surreale. Un sapore profondo e duraturo esaltato dal bicchiere di vino che in Jamoneria non manca mai.
Jamoneria Beher, C/Oriente 11, Guijuelo.
5. Il posto migliore per: RISOTTO.
Da Romano, Burano
Il risotto di go è una meraviglia per diversi motivi. Modellato con l’aiuto del ghiozzo, un piccolo pesce dall’aspetto mostruoso che naviga nelle acque della laguna, è favolosamente bianco e, malgrado le evoluzioni da circo cui viene sottoposto (vedi foto) ha un sapore delicatissimo. Con gesti lenti e rituali, un anziano cameriere in giacca bianca lo schucchiaia nei piatti caldi, formando un cerchio perfetto che esalta il candore dei grani evidenziato dal trito di prezzemolo.
Da Romano, via Galuppi, 221 – Burano, Venezia.
6. Il posto migliore per: CIOCCOLATO (UOVA DI)
Roberto Catinari, Pistoia e Firenze
E’ il fondatore della “Chocolate Valley” toscana, l’area compresa tra Pisa, Pistoia e Prato che ha originato la nuova onda del cioccolato italiano (De Bondt, Slitti, Pistocchi, Amedei, Trinci). Sarà per la copiosa barba bianca o per i venerabili 77 anni ma per i gastrofanatici Catinari è un po’ come il santone indiano Yogi per i Beatles, e le sue uova di Pasqua decorate a mano sono oggetto di devozione.
Roberto Catinari, via Provinciale 375, Pistoia e via Porta Rossa angolo Via Tornabuoni, Firenze.
7. Il posto migliore per: OSTRICHE.
Ormeau, Cancale
Oltre che per gli incantati panorami, il porto di pesca di Cancale è famoso per l’ostricoltura, o, a voler essere più precisi, per la produzione delle sublimi ostriche piatte. Detto di quelle vista mare comprate dai baracchini sul molo, cosa da farsi almeno una volta nella vita, l’Ormeau resta il ristorante ideale per affrontare un vassoio di ostriche di Cancale in pace con il mondo. E la vista sui pescherecci c’è lo stesso.
L’Ormeau, quai Thomas al 4, Cancale.
8. Il posto migliore per: FOCACCIA
Pasticceria Priano, Voltri.
Per empatizzare con la colazione tipica di Genova Voltri bisogna adattarsi. Ma non è poi questa pena. Basta inzuppare la focaccia di Priano, una tentazione tormentosa e impudica per tutti gli amanti dei livitati, direttamente nel cappuccino. Sulle prime l’idea parrebbe sfidare la logica, l’indomani invece, si è già dipendenti.
Pasticceria Priano, via Carlo Camozzini, 76r, Voltri (Genova).
9. Il posto migliore per: COTOLETTA
Trattoria Nuovo Macello, Milano
Vade retro circonvenzione d’orecchiadelefantisti perpetrata abbondando di ignobili pomodorini. La cotoletta alla milanese non è sottile come una veronica, prendi la versione del Nuovo Macello, è alta, sugosa, con un cuore roseo da far innamorare. E non c’è niente da fare, se non hanno abbastanza carne per farla come si deve, ti accontenti del risotto.
Trattoria del Nuovo Macello, via Cesare Lombroso 20, Milano.
10. Il posto migliore per: TORTELLI DI ZUCCA
Trattoria ai Due Platani, Coloreto di Parma.
Sfoglia sottilissima e condimento soberrimo: parmigiano e burro. Nulla più per avere sotto i denti l’erotico tortello. E sorvoliamo sul resto della pasta fatta in casa, dai tortelli di magro alla pasta al torchio, e sul degno finale: zabaione caldo accompagnato dalla torta sbrisolona. Tutto merito di Matteo Ugolotti, uno che si fa 900 tortelli al giorno, e di zucche ne sdraia 18 quintali l’anno (ma solo del tipo Cappello del prete).
Trattoria Ai Due Platani, via Budellungo, 104, Coloreto di Parma (Parma).
[Crediti | Link: New York Times, immagine: Lifehacker]