Nel cuore di Roma, nelle raffinate sale in stile bohémien dell’Hotel Vilòn, dalle 17 in poi va in scena il rituale del tè. (Ebbene sì, nella Capitale, quello del tè rimane un vezzo perlopiù appannaggio degli alberghi di lusso). Varcata la soglia dell’Hotel ci si può accomodare all’interno nella zona bar – ribattezzata “In salotto” – oppure nel grazioso giardinetto esterno ricco di piante, che creano un piacevole effetto “jungle”. Il giardino è accessibile tutto l’anno, tuttavia dà il meglio di sé con la bella stagione. Nonostante ci si trovi in pieno centro, l’atmosfera in generale è molto tranquilla, resa ancora più gradevole dalla vista sui giardini di Palazzo Borghese.
Tè e sfizi dolci e salati
Numerose le varietà di tè fra cui scegliere. Si va dalle miscele più speziate a quelle agrumate, passando per diversi tipi di tè verde, bianco e nero aromatizzato ai fiori e ai frutti più vari. A questi si aggiungono gli infusi e i tè deteinati. Il servizio di porcellane dà un tocco ancora più chic al tea time dell’Hotel Vilòn, che non può dirsi completo senza qualche sfizio dolce e/o salato. Chef Andrea De Benedetto firma un bell’assortimento di piccola pasticceria francese, servita assieme ai cookies del giorno, alle mini cheesecake, ai muffin e a svariati generi di tartellette alla crema, frutta e cioccolato. Per chi preferisce il tea time salato, il menu prevede mini sandwich, french toast, crostini e piccole tartare per tutti i gusti. Se le bevande calde non fanno al caso vostro, potete farvi offrire un calice di champagne trasformando il tè delle cinque in un aperitivo anticipato.
Nella storica dimora della principessa
Al di là della proposta gastronomica la cornice dell’Hotel Vilòn contribuisce a rendere speciale di per sé l’esperienza del tè delle cinque. L’edificio conserva infatti tutto il fascino della dimora storica risalente alla metà del Sedicesimo secolo. Il palazzo si lega alle vicende della Principessa Adelaide Borghese de La Rochefoucauld, moglie di Francesco Borghese, VII principe di Sulmona. Per molto tempo appartenne ad gruppo di edifici annesso a Palazzo Borghese che i Principi in passato erano soliti dare in locazione. Il nome del ristorante dell’Hotel – “Adelaide” appunto – è un omaggio alla padrona di casa che nel 1941, proprio nell’edificio che oggi ospita l’Hotel, istituì una scuola per fanciulle sfortunate. Se dopo la merenda del pomeriggio intendete fermarvi in albergo, chef Gabriele Muro è l’autore di una cucina mediterranea moderna e raffinata. Se per cena avete altri programmi, il consiglio è di tornare all’ora dei cocktail, altra “specialità della casa”.